“In discesa libera supero anche i 100 chilometri orari, la mia fortuna è che non vedendo non mi rendo conto di quanto io possa andare veloce. La mia guida, che mi precede, mi dà indicazioni tramite degli auricolari bluetooth all’interno del casco. Bisogna fidarsi, ci vuole un po’ di pazzia”. Lo dice Chiara Mazzel, atleta ipovedente della nazionale paralimpica di sci alpino, presente ad XMasters, la manifestazione sportiva e inclusiva che si è chiusa ieri sulla spiaggia di velluto di Senigallia. “Durante le gare scendiamo da soli io e la mia guida, che continua a darmi dei comandi sulla direzione che devo tenere e quando devo curvare. La mia guida- spiega all’agenzia Dire l’atleta- ha anche un amplificatore sulla schiena da cui esce del suono che scelgo io ogni volta. Questo amplificatore crea una scorta di corridoio sonoro, perciò riesco a capire se sono allineata rispetto alla guida e, se non lo sono, riesco ad allinearmi”. Tutto questo a 100 chilometri all’ora e la pelle del viso tirata dal vento. Negli anni non sono mancate delle cadute. “Ho avuto due infortuni, uno abbastanza grave. Questo inverno- continua Chiara- ho rotto crociato e menischi del ginocchio sinistro, adesso sono in ripresa e a settembre rimetterò gli sci”. Chiara è guidata da Fabrizio Casal. “Noi lavoriamo dentro e fuori la pista, dalla preparazione fisica a quella mentale, per rafforzare anche la concentrazione e la comprensione delle piste. Ad esempio studiamo quali sono i punti critici”. Durante le competizione, Casal parte mezzo secondo prima di lei per mantenere una distanza tra i 10 e i 15 metri, in modo da avere un buon margine di sicurezza che permetta a Chiara di non andargli addosso e possa farla sentire tutelata e sicura. “Lei un pochino riesce a intravedermi e a seguire la mia ombra. Poi il dispositivo sonoro che porto sulla schiena le permette di seguire anche il suono”, spiega Casal.
Chiara fino all’età di 16 anni vedeva benissimo, poi dalla sera alla mattina “mi sono accorta di non vedere più da un occhio perché andando in motorino stavo investendo dei pedoni. Mi sono fatta portare dall’oculista, che mi ha diagnosticato un glaucoma infantile giovanile su base malformativa e, nonostante un’operazione all’occhio sinistro, nel giro di qualche mese ho completamente perso la vista. All’inizio non ho dato tanto peso a questa perdita perché avevo ancora l’occhio destro buono, ma purtroppo dopo circa un paio di mesi ho iniziato a non vedere pure dall’altro occhio. Tutt’oggi non ho ancora una diagnosi precisa, ma ho un campo visivo molto ristretto- racconta Chiara- riesco a vedere solo i piccoli dettagli”. Quando ha perso quasi del tutto la vista, Chiara si è chiusa in se stessa. “Per due anni ho pensato che la mia vita non fosse più degna di essere vissuta e poi grazie a un amico non vedente dalla nascita ho capito che anche non vedendo si può fare tutto. Soprattutto ho visto in Tv le Paralimpiadi di Pyeongchang nel 2018 e ho capito che avrei potuto ancora sciare. Sono andata alla ricerca di una guida per poter rimettere gli sci nel 2020 e dal primo momento in cui ho rimesso gli sci ho sentito che quella poteva essere la strada giusta per riprendere in mano la mia vita”.
Le montagne su cui Chiara si allena sono nella Val di Fassa.
“lo pratico nella mia Valle e poi con la nazionale paralimpica di sci alpino vado in giro per l’Europa e per il mondo. Quest’anno parteciperò alle gare di Coppa del Mondo e poi in febbraio farò i mondiali. Nel 2026 spero di poter partecipare alle Paralimpiadi di Milano-Cortina”. Chiara si è raccontata ad XMasters, dove ha potuto sperimentare anche altri sport: “E’ un bellissimo evento in cui persone con e senza disabilità passano del tempo insieme. Il mio motto è che se si vuole si può tutto, quindi ‘Sempre avanti e mai mollare'”