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Schio. Gabriele Vacis al Civico per raccontare Luigi Meneghello

Finalmente al Teatro Civico riabilitato torna Gabriele Vacis per leggere e raccontare Luigi Meneghello: sabato 15 novembre alle ore 21. Assieme a lui sul palco Mirko Artuso, attore protagonista nell’edizione firmata da Vacis di “Libera Nos”; tornano insieme per rendere omaggio all’amato scrittore maladense. Gabriele Vacis, regista e drammaturgo torinese, ha stabilito negli anni un profondo rapporto con il Teatro Civico perché designato nel 2005 come membro della commissione per il restauro, composta da tecnici, architetti ma anche da artisti e registi.  Il teatro, inaugurato nel 1909, è stato chiuso per sessant’anni prima di essere restituito alla città nel marzo 2014. L’intuizione della commissione di aprire alla città il Teatro nel suo stato di abbandono porta nel 2005 alla nascita di Lotto Zero, un progetto teatrale per 99 spettatori alla volta ai quali, assieme agli artisti e ai tecnici era affidato il compito di individuare e condividere Ia modalità di intervento del restauro. Gabriele Vacis in quella occasione porta in scena una lettura su Le città invisibili di Italo Calvino.

 

Un progetto, Lotto Zero, che scatena nei cittadini e negli artisti una straordinaria passione per il Teatro Civico e che, dopo questa recente riapertura, porta nuovamente Gabriele Vacis sul palco, questa volta per rendere omaggio ad uno scrittore del nostro territorio a lui particolarmente caro: Luigi Meneghello. “Nel 1989, con Antonia Spaliviero e Marco Paolini, abbiamo fatto uno spettacolo tratto da Libera nos a Malo – dichiara Gabriele Vacis – Da quella volta Luigi Meneghello ce lo siamo portati dietro, costantemente. Meneghello è uno di quegli autori che ti si appiccicano addosso, che ti tornano utili spesso perché ti insegnano qualcosa. La cultura contemporanea deve parecchio a Meneghello, alle sue intuizioni e alle sue invenzioni. Io credo di aver imparato tre cose da lui: la prima è che il teatro lo puoi trovare nei luoghi più strani, quando meno te l’aspetti. La seconda è una ragione per mettere in scena i classici come Shakespeare. La terza la chiamerei “tecniche di distrazione”. Io faccio il teatro e quello che ho imparato da Meneghello sono tre cose sul teatro. La cosa è ben strana perché lui di teatro si è sempre occupato pochissimo, ma i maestri sono così: insegnano cose che son buone per tutti. Adesso Gigi non c’è più. Ma il suo mondo è di tutti, per sempre”.

Nel foyer del teatro sarà allestita la mostra “Illustra nos a Malo”, undici illustratrici hanno dato forma e colore alle vicende descritte da Luigi Meneghello in Libera nos a malo. Ancora pochi i posti disponibili.

Per informazioni: Fondazione Teatro Civico Schio, www.teatrocivicoschio.it, nr verde 800 601171.