“Non ho frequentazioni assidue con il Pd ma le avremo”. L’ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini rispondendo a una domanda sui presunti contatti frequenti avuti di recente con Matteo Renzi, ospite del programma ‘Il caffè della domenica’ su Radio 24.
Sul leader di Italia viva, Salvini ha chiarito: “Ci vediamo in Senato e ci saremo messaggiati una volta, così come con altri leader di partito”. Anche con Luigi Di Maio? “Sì, è il mio mestiere”, aggiungendo che al contrario fa “telefonate quotidiane con Berlusconi, la Meloni e Toti”.
“Rispetto Giorgia Meloni – aggiunge Salvini – se avessi fatto solo l’interesse del mio partito, anche io avrei dovuto dire no a priori, ma ora l’Italia ha bisogno di amore e rispetto. E non faccio un governo per vendetta, al centro ci sono salute, scuola e portafoglio degli italiani. Se si parla di patrimoniale non ci siamo, per me serve la flat tax. Ma ho visto dal professor Draghi l’impegno a che non ci sia aumento di nessuna tassa e revisione verso il basso di Irpef”.
‘Non ho paura di restare sola all’opposizione. Perchè dico no’
Parlando del cosiddetto governo dei migliori, Meloni aggiunge: “Io non ne conosco, non conoscendo la squadra di governo, però conosco la gran parte della maggioranza Drgahi che è quella che sosteneva Conte”.
Impazza il toto ministri: c’è il nome di Bertolaso
L’ipotesi più probabile, al momento, è che il governo sia formato da molti tecnici. L’ex numero uno della Bce parlerà della squadra direttamente con il presidente della Repubblica e poi deciderà. Niente vicepremier e al momento prende corpo l’idea che non saliranno a bordo i leader. È anche la conseguenza del sì della Lega. Ma è contro questa ipotesi che si muoveranno i rosso-gialli nei prossimi giorni.
Mercoledì mattina il capo dello Stato è atteso alla cerimonia della Giornata del Ricordo, quindi tutti si aspettano che lo scioglimento della riserva possa avvenire mercoledì pomeriggio per poter poi concludere i voti di fiducia in settimana, in tempo per dedicarsi al primo impegno urgente, le decisioni sulle nuove misure anticovid, dato che il vecchio Dpcm scade lunedì 15. E’ un percorso, quello dell’esecutivo, che presenta ancora molte insidie ma il perimetro, al momento, va oltre la cosiddetta ‘maggioranza Ursulà.
Per quanto riguarda Italia viva il nome è quello di Rosato, l’alternativa sarebbe il capogruppo renziano al Senato Faraone (in quel caso l’ex ministra Bellanova prenderebbe il suo posto); in FI si fa il nome di Tajani, nella Lega quello di Giorgetti, per +Europa Bonino. E Conte? Grillo avrebbe lanciato l’idea del ‘ministro del Recovery’ ma il premier uscente potrebbe non entrare nel governo (“Non mettiamo veti”, dice il capogruppo di Iv alla Camera, Boschi). Una fonte pentastellata non esclude che possa essere candidato a sindaco di Roma. L’idea sarebbe stata lanciata da alcuni ‘big’ del Movimento 5 stelle e recapitata al diretto interessato, anche in ottica federatore e collante dell’alleanza Pd-M5s-Leu. Ma Conte avrebbe comunque declinato.
Del resto il dossier sulle amministrative che potrebbe coinvolgere il ministro dell’Economia uscente Gualtieri (sempre per la Capitale) e il presidente della Camera, Fico (per la poltrona del sindaco di Napoli) non è stato ancora ripreso dal cassetto. Per ora il premier uscente, pur non iscrivendosi al Movimento, si è limitato a partecipare alla riunione con i ‘big’ e con Grillo. Sottolineando il fatto che “l’Europa ci guarda, occorre pensare agli interessi del Paese e non ai destini personali”. “Con Conte allarghiamo la famiglia”, ha spiegato Di Maio che resta il primo nel Movimento ad aver aperto a Draghi e il principale interlocutore per M5s con l’ex numero uno della Bce.