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Regionali: hanno vinto il centrodestra e l’astensionismo

a cura del direttore dell’Agenzia Dire Nicola Perrone

Alle Regionali in Lombardia e nel Lazio ha vinto il Centrodestra senza ombra di dubbio. Guardando poi al numero dei votanti, il 41 per cento in Lombardia, il 37 e rotti nel Lazio, troviamo un altro vincitore purtroppo: l’astensionismo. La tendenza è in atto da tempo ma sempre più cittadini preferiscono starsene a casa. Non votano perché non credono più nella politica? Non credono più alle proposte politiche dei vari partiti? Fatto è che tocca alle forze politiche, tutte, affrontare al più presto questo dato e cercare di fermare l’emorragia. Che democrazia avremo, che qualità e rappresentanza, se alla fine andranno a votare solo i diretti interessati alle varie competizioni elettorali?

Partiamo dalla Regione Lazio, dove negli ultimi 10 anni ha governato il Centrosinistra con Nicola Zingaretti presidente. Qui il candidato del Centrodestra, Francesco Rocca, ha vinto le elezioni superando di molto il 50% dei consensi. Il candidato del Centrosinistra, Alessio D’Amato, sostenuto dal Pd e dal Terzo Polo di Calenda, si è fermato al 32%. La candidata del Movimento Stelle di Giuseppe Conte, che puntava a scavalcare il Pd, ha raccolto meno del 10%, un vero tracollo politico rispetto alle percentuali straordinarie raggiunte dai ‘grillini’ in passato. Gran risultato di Fratelli d’Italia che nel Lazio si aggiudica il 34% dei consensi.

In Lombardia, dove il Centrodestra governa da 30 anni, la partita era più facile ma presenta comunque due novità: il successo di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che si afferma ancora una volta come primo partito nella regione più ricca d’Italia arrivando al 25%; la tenuta della Lega di Matteo Salvini, che tiene in sella il suo presidente Attilio Fontana e con un risultato superiore al 20% (sommando i voti della Lista Fontana Presidente, ndr) ridicolizza Letizia Moratti, che scesa in campo proprio contro il presidente leghista alla fine raccatta un misero 9%. Il Pd lombardo resta il primo partito dell’opposizione col 21%, il M5S che qui si è alleato coi Dem prende solo il 4%.

Per il Centrodestra, anche se nelle prossime settimane ci saranno frizioni, alla fine la vittoria avrà l’effetto di mantenerlo unito ed anche a livello nazionale il Governo Meloni esce rafforzato da questa competizione. Nel Centrosinistra i guai maggiori. Il Pd è ancora impegnato nella battaglia congressuale per eleggere il nuovo leader, con il candidato Stefano Bonaccini in netto vantaggio, 55% contro il 35% di Elly Schlein. Fino al 19 febbraio saranno chiamati ad esprimersi i circoli della Lombardia e del lazio rimasti fermi per le elezioni. Il 26 settembre ci saranno le primarie tra i 2 candidati più votati aperte a tutti gli elettori del Centrosinistra. Il Terzo Polo di Calenda e Renzi subisce una battuta d’arresto, con risultati molto al di sotto delle aspettative. Anche il M5S, per bocca del leader Giuseppe Conte, mastica amaro giudicando insoddisfacente il risultato. Fallito il sorpasso nei confronti del Pd, adesso Conte dovrà aggiornare la sua strategia non vincente. Anche Forza Italia dovrà presto aggiornare la sua agenda politica perché al momento è il partito che soffre di più rispetto agli alleati FdI e Lega.