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Quando una recensione negativa può costarti una denuncia

a cura dell’ avvocato Angelo Greco, direttore responsabile del giornale “La Legge per Tutti”

Con internet la reputazione delle aziende è diventata più importante del singolo cliente. Ecco perché la migliore arma per far valere i propri diritti di consumatore – a volte più efficace dello stesso tribunale – è il giudizio diffuso online su piattaforme, forum, social network. Ma cosa si rischia per una recensione negativa? Si può essere denunciati oppure obbligati a risarcire i danni? Si può perdere il diritto a una prestazione già pagata?

La libertà di parola e, con essa, il diritto di critica, sono sacrosanti e tutelati dalla nostra costituzione. Dunque, scrivere una recensione negativa è assolutamente legale, sempre che non si sconfini nella diffamazione (di tanto ci occuperemo a breve).

Chi pubblica una recensione negativa nei confronti di una persona o di una società con cui ha in corso un rapporto contrattuale (ad esempio una palestra) non può subire penalizzazioni per aver espresso il proprio pensiero, salvo diversamente pattuito nel contratto stesso; non potrebbe cioè vedersi sospesa la prestazione o addirittura risolto unilateralmente il rapporto, con perdita anche del rimborso della somma già versata.

Ma allora, se è vero che scrivere una recensione negativa è legale, perché spesso le aziende che ne sono oggetto diffidano l’ex cliente a cancellare immediatamente le parole pubblicate, con minaccia di adire le vie legali nel caso in cui ciò non avvenga spontaneamente? Naturalmente a nessuno piace avere “una sola stella” su Google, TripAdvisor, Amazon o su qualsiasi altra piattaforma. Ma è anche vero che le recensioni, per essere considerate legali, devono rispettare alcuni criteri fondamentali:

Ad esempio è vietato scrivere una recensione negativa solo per “sentito dire”, senza aver testato in prima persona il prodotto in questione. Ed è illecito anche dire che l’imprenditore è un truffatore, un ladro o un imbroglione: un giudizio del genere è diffamatorio in quanto sconfina nell’invettiva alla persona mentre nulla ha a che fare con il servizio in sé. Si potrebbe però dire che un hotel è sporco o un ristorante troppo costoso e lento nel servire le pietanze.

Dunque, chi pubblica su internet una recensione negativa falsa o ingiuriosarischia:

Tuttavia, anche laddove la recensione dovesse essere effettivamente diffamatoria, il soggetto diffamato non potrebbe rifiutare la prestazione che il cliente ha già pagato e che ancora non ha ricevuto. Difatti il rapporto contrattuale viaggia su un binario diverso e deve essere adempiuto indipendentemente da altre questioni pendenti tra le parti, che andranno risolte separatamente. Ipotizziamo il caso di un abbonato a una palestra che lasci una recensione negativa su Google relativa alla mancanza di condizionatori funzionanti all’interno della struttura. Se il fatto corrisponde al vero, il titolare della struttura non potrà fare nulla, né tantomeno negare l’accesso all’inscritto.

Viceversa, se la recensione dovesse essere menzognera ed espressa in modo aggressivo, veemente, astioso, allora l’imprenditore potrebbe attivare le difese penali e civili di cui si è parlato sopra, ma anche in questo caso non può sospendere l’abbonamento all’iscritto.