Nell’agosto del 1991, Giulio Andreotti era presidente del Consiglio; nell’agosto 1991, a bordo della nave mercantile Vlora, partendo da Durazzo, circa 18mila albanesi raggiunsero l’Italia, il porto di Bari; nell’agosto 1991, quei circa 18mila albanesi furono rimpatriati, via aerea e via mare, a Tirana. La Vlora fu sequestrata per 45 giorni.
Succedeva 27 anni fa, quando in Albania non stavano meglio di quanto si stia adesso nei paesi dai quali provengono i migranti che oggi arrivano sulle nostre coste. Al tempo gli albanesi dovettero fare i conti con il passaggio dal socialismo al capitalismo, appena agli inizi, e il paese era alla fame, avendo perso lo status speciale del blocco socialista. In quel momento, gli albanesi furono i siriani, gli iracheni e gli afghani dell’inizio degli anni ’90.
Vollero scappare in massa da quel capitalismo al quale non erano abituati. In migliaia raggiunsero il porto di Durazzo, si accalcarono ovunque sulla nave da carico che stava per partire in direzione Bari. Pare persino che la Polizia, avvertita dal comandante del mercantile ( minacciato di morte se non avesse salpato), non impedì che quell’orda di clandestini salisse a bordo della nave. C’era persino chi vi si arrampicava dalle funi.
Quell’esodo di massa si concluse a Bari il giorno dopo, 8 agosto, dopo un viaggio lentissimo per il carico immane che trasportava. In vista del porto, i circa 18mila a bordo urlarono in coro: “ Viva l’Italia. Non sapevano che l’Italia non li voleva: furono rimpatriati dopo poco.
La sera del 9 agosto, più di 5100 albanesi furono rispediti al loro paese. Il 18 agosto l’operazione ‘sgombero’ era praticamente conclusa. Da Bari furono rimpatriati più di 15500 albanesi. Secondo il racconto di alcuni testimoni, circa tremila riuscirono a fuggire.
Succedeva 27 anni fa, Andreotti non subì alcun attacco mediatico, nessuna indagine fu aperta a suo carico.
Così, per dire.
Patrizia Vita