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Pazienti arroganti che vogliono diagnosi via whatsapp, nasce comitato di dottori vessati dai pazienti

E’ un medico di famiglia di Treviso che ha deciso di dire basta all’arroganza e alla maleducazione dei pazienti, organizzando un vero e proprio comitato di medici maltrattati dai propri clienti. La notizia è riportata nelle pagine del quotidiano “La Tribuna di Treviso”, il quale scrive che un medico di famiglia, Gianfranco Aretini, e alcuni suoi colleghi stanchi delle pretese, della mancanza di cortesia e buona educazione hanno deciso di fondare un comitato che tuteli la dignità dei professionisti e promuova iniziative per ricostruire un valido rapporto medico-paziente.

“Ormai i pazienti vengono da noi e chiedono farmaci come al supermercato ordinano un etto di prosciutto. L’atmosfera è sempre più tesa, siamo in prima linea, vessati e maltrattati. I nostri pazienti sono sempre più arroganti, maleducati, pretenziosi. Pretendono di sapere già tutto perché lo hanno letto su Internet, vogliono una diagnosi su due piedi e via Whatsapp”.

“Partiamo da un dato di fatto imprescindibile. Se un medico sbaglia – spiega il professionista – è giusto che paghi. La mia non è una difesa di categoria, sia chiaro. E non sono iscritto a nessun partito. Ma non si può stare in silenzio di fronte a ciò che accade nei nostri ambulatori”.

Aretini, racconta al quotidiano di Treviso di pazienti che in ambulatorio, non vogliono aspettare e fanno irruzione nel suo studio mentre visita, di gente che minaccia denunce di continuo. E c’è anche chi pretende diagnosi via Whatsapp. Aretini fa anche riferimento ai colleghi ospedalieri, che subiscono l’ira dei parenti, denunce continue e a volte aggressioni fisiche.

“È un problema grave, profondo, che va risolto. Tanti miei colleghi hanno scelto di lasciare il lavoro grazie a Quota 100 perché non ce la fanno più. La professione medica sta diventando sempre più difficile da svolgere. Eppure gli strumenti sono sempre più precisi, raffinati. Il problema vero è il rapporto con il paziente. È una questione che va affrontata. Non ha senso spendere milioni di euro per realizzare un nuovo ospedale se poi nessuno vi lavorerà. Le istituzioni sanitarie devono intervenire quanto prima, anche se in realtà è già troppo tardi. Lo fa capire il fatto che la professione medica ha perso appeal tra i giovani il fatto che i pazienti non abbiano più alcun rispetto per noi professionisti. Il comitato – spiega ancora Aretini – nasce proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso la stampa, ma anche la politica e le istituzioni”

“Non c’è tempo da perdere – conclude – gli ospedali rischiano di svuotarsi di professionisti e anche la medicina generale non se la passa bene. Chi curerà quando nessuno vorrà più fare il medico?”