“Nessuno può sfuggire al SARS-Cov2, l’immunità la raggiungeremo attraverso il vaccino o il contagio naturale a causa della elevatissima trasmissione della variante Omicron. È importante che si decida per la vaccinazione perché le persone vaccinate rischiano 10 volte in meno di sviluppare malattie gravi o di morire. Certamente la variante Omicron ha manifestazioni asintomatiche ma negli individui non vaccinati vediamo quello che è accaduto con le altre ondate. La traiettoria da seguire è: vaccinazione, terza dose, mascherine, monitoraggio e accesso a farmaci antivirali”. Così Hans Kluge, direttore Regionale dell’Oms per l’Europa, a Mezz’ora in più su Rai3.

Kluge conferma che entro marzo il 50% degli europei avrà contratto Omicron: “Visto il numero dei no vax prevediamo che in qualsiasi momento tra gennaio e maggio 40 paesi su 53 subiranno un elevato stress per numero di ricoveri e terapie intensive e contagi tra operatori sanitari. È cruciale rivalutare il protocollo dei tamponi e delle quarantene“. L’Italia “è molto vicina al raggiungimento del picco dell’ondata omicron- conclude Kluge- entro due-tre settimane, poi comincerà a scendere.

La profezia di Bassetti

Matteo Bassetti fa una profezia su Omicron e sul picco della quarta ondata della pandemia: “Credo che siamo veramente molto, molto vicini al picco“, sostiene il direttore della Clinica di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova. “Potrebbe essere raggiunto nei prossimi giorni, o addirittura in alcune situazioni potrebbe già essere stato raggiunto”, sottolinea il professore.  L’esperto sottolinea come il fatto di avere già “otto casi” di infezione da Covid su dieci legati alla variante Omicron” potrebbe essere “una buona notizia, o almeno così è stata in molti altri Paesi. Io credo che ragionevolmente nelle prossime due settimane non avremo altro che infezione da Omicron”, variante che salirà al “100 per cento in tutta l’Italia”. Al momento, osserva Bassetti, “abbiamo due curve che vanno di pari passo: la curva dei contagi che è cresciuta nelle ultime settimane in maniera esponenziale, molto ripida, e la curva delle ospedalizzazioni che fortunatamente cresce in maniera lineare, molto meno velocemente rispetto ai contatti”.Quando, tra una quindicina di giorni secondo l’infettivologo, “sarà completamente soppiantata la variante Delta, vedremo quali saranno gli effetti dal punto di vista clinico che è quello che ci interessa di più”.

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