La scomparsa nel nulla di circa 150.000 animali durante l’anno evidenzia un preoccupante ritorno dell’abigeato, ovvero la sottrazione di bestiame alle aziende agricole, un reato che era molto diffuso nel passato ed è presente nel diritto penale italiano come aggravante del furto. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla presentazione del Rapporto Zoomafia 2018, crimini e animali che evidenzia la presenza di una vera e propria “cupola del bestiame” con la penetrazione della criminalità organizzata nel mondo degli allevamenti, della macellazione e della distribuzione della carne.
Non si tratta soltanto di “ladri di polli” quanto di veri criminali che organizzano raid organizzati capaci di mettere in ginocchio un’azienda. Ad essere colpiti sono mucche, cavalli, maiali, ma anche pecore e agnelli con gli animali rubati che – precisa la Coldiretti – alimentano il fenomeno della macellazione clandestina particolarmente pericoloso anche per la salute dei cittadini perché privo delle necessarie garanzie sanitarie che devono necessariamente accompagnare il bestiame. La criminalità organizzata che opera nelle campagne conta sulle condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili.
Si tratta dunque di lavorare – secondo Coldiretti – per il superamento della situazione di solitudine invertendo la tendenza allo smantellamento dei presidi e delle forze di sicurezza presenti sul territorio, ma anche incentivando il ruolo delle associazioni di rappresentanza attraverso il confronto e la concertazione con la Pubblica amministrazione, perché la mancanza di dialogo costituisce un indubbio fattore critico nell’azione di repressione della criminalità.