Io dimettermi? No, non ho mai avuto così voglia di lavorare e penserò a dare riconoscimento ai militanti che dalla Lega non hanno mai preso niente, che non hanno mai avuto mezzo incarico retribuito e che in questa campagna elettorale hanno fatto molto di più di chi siede in parlamento da anni…”. Matteo Salvini sgombra il campo dai ‘rumors’ sull’opportunità del passo indietro dopo l’enorme perdita di voti alle politiche. Il segretario del Carroccio annuncia che già da oggi si rimetterà al lavoro sui territori per dare voce a chi fa politica ‘sul campo’, ossia sindaci e militanti.

 

LA RIPARTENZA SUI TERRITORI: PRIMA I MILITANTI

“Per me viene prima il militante che lo stipendiato – sottolinea il leader – il militante che prende solo un ‘gettone’ per me ha lo stesso peso di chi prende 15 mila euro al mese (lo stipendio di un deputato o un senatore, ndr.). Noi abbiamo 800 sindaci che potrebbero fare i parlamentari già domani. Ne abbiamo di bravissimi ma ne abbiamo potuti scegliere solo una quarantina” per le candidature alle politiche. Quanto al 9 per cento, “non è un dato per cui ho lavorato – ammette – ma saremo dentro un Governo di centrodestra di cui saremo protagonisti. Prima avevamo il doppio dei voti in un Governo che ci considerava fastidiosi, non co-protagonsiti ma farse”.

Il leader della Lega, durante la conferenza stampa nella sede di Via Bellerio a Milano, spiega le prossime mosse organizzative all’interno del partito sottolineando che nelle riunioni “a tutti i livelli” si cercherà di capire soprattutto cosa non ha funzionato: “A ma piace pianificare il lavoro – dice – ora abbiamo cinque anni per pianificarlo. Ognuno nei Congressi dirà la sua. Oggi,  ci sarà la riunione di tutti i Consigli regionali e del Consiglio federale della Lega e valuteremo i dati città per città, provincia per provincia, valuteremo quello che è stato fatto bene e soprattutto quello che non è stato fatto bene. Sono stati tutti bravi o quasi…. e dentro a questo ‘quasi’ andrò a guardarci bene dentro”.

“VOLONTARI PIÙ PREZIOSI DI QUALUNQUE PERCENTUALE

Certo, continua Matteo Salvini, “il 9 per cento mi resta qua, se avessimo preso il 15 per cento sarebbe stato meglio, ca va sans dire (‘va da sè’, ndr.) ma “abbiamo un patrimonio di volontari che non cederei mai in cambio di niente. Se qualcuno mi dicesse ‘Vuoi il 50 per cento al posto dei tuoi volontari?’, io risponderei ‘No’, me li tengo stretti con il mio 9 per cento”.

IL ‘MEA CULPA’ SUL VOTO

Infine il ‘mea culpa’ sull’esito delle elezioni, che hanno fatto retrocedere la Lega rispetto al risultato di Fratelli d’Italia: “Chi non ti ha votato non è che non ti ha capito – dice Salvini – sei tu che non ti sei fatto capire e di questo ne terremo conto e ascolterò tutti. Io sono abituato a servire il Movimento, non a servirmi del Movimento”. Il segretario promette: “Rilanceremo il Movimento puntando sui sindaci e sui militanti. Se la Lega fa la Lega non ce n’è per nessuno e dove governiamo su territori si vede”.

 

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