Sì all’energia rinnovabile, ma senza il consumo di suolo agricolo.
Al via la petizione contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. Ne sono fermamente convinti i Giovani di Coldiretti Vicenza, guidati dal delegato provinciale Marco Buratti, tra i primi firmatari della petizione “Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo”, alla quale si può aderire anche dal sito www.giovanimpresa.coldiretti.it, negli uffici Coldiretti della provincia di Vicenza, nei mercati e negli agriturismi di Campagna Amica.
Coldiretti Giovani Impresa lancia la petizione a tutela del suolo agricolo chiedendo alle istituzioni di investire nelle fonti alternative di energia, senza dimenticare il ruolo fondamentale dell’agricoltura e la bellezza unica dei nostri territori, che andrebbero compromessi senza una programmazione territoriale degli impianti fotovoltaici a terra.
“Come giovani agricoltori, sosteniamo e promuoviamo ogni giorno l’innovazione tecnologica sostenibile – aggiunge Buratti – ma destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità unica del nostro Paese. Il suolo vocato all’agricoltura appartiene agli agricoltori e la di multifunzionalità energetica va sviluppata come attività integrata alla coltivazione e all’allevamento, sino a un massimo del 5% della superficie dell’azienda, da realizzare direttamente dagli agricoltori e in aree marginali”.
I giovani agricoltori della Coldiretti propongono che le Regioni e gli enti locali identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili. “L’Italia – conclude Buratti – possiede terreni non destinati all’agricoltura che potrebbero essere messi a valore con il fotovoltaico. Ci domandiamo perché utilizzare terreni fertili che già producono valore economico, sociale ed ambientale, togliendo traiettorie di futuro alle nuove generazioni di agricoltori. Nel territorio nazionale ci sono oltre 822mila impianti fotovoltaici, ma è fondamentale difendere la capacità produttiva alimentare nazionale in un Paese come l’Italia, in cui la superficie agricola utilizzabile si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari negli ultimi 25 anni”.