Arriva fino a Marano Vicentino l’onda lunga delle polemiche sui moduli scolastici, sull’iniziativa già adottata da diversi Comuni italiani, da Milano a Venezia, a Firenze, di togliere le diciture “padre” e “madre” per sostituirle con le più generiche “genitore 1” e “genitore 2”.

Sembra un dettaglio, ma non lo è. Chi si schiera a favore della novità sostiene si tratti di un efficace strumento per combattere l’omofobia, un adeguarsi ai tempi, evitare traumi da emarginazione per quei bambini che si trovano, o potrebbero trovarsi, con due mamme o due papà come genitori. I contrari sono tutti coloro che si dichiarano apertamente contrari contro la possibilità di adozione da parte delle coppie gay.

Per capire la portata dello scontro, basti dare un’occhiata a quanto accaduto il mese scorso a Venezia, al vespaio di polemiche sollevato dal consigliere del Comune Camilla Seibezzi, con delega ai Diritti Civili e alle Politiche contro le discriminazioni, che ha acquistato 46 fiabe per bambini a sfondo gay da distribuire negli asili nido (costo dell’operazione 10mila euro): l’Udc ha chiesto subito una verifica di maggioranza, il sindaco Orsoni ha di fatto sconfessato la Seibezzi (“La sua delega è contro le discriminazioni, non può fare propaganda”), quest’ultima ha a sua volta contrattaccato (“Sono interventi previsti dalle direttive europee contro l’omofobia, questa non è propaganda. Se al sindaco non sta bene, che mi tolga la delega”).

Insomma, un putiferio.

E si schiera senza alcun dubbio tra i contrari Erik Umberto Pretto, capogruppo consiliare di “Noi di Marano”. Che senza pensarci due volte ha preso carta e penna e scritto un ordine del giorno che presenterà al prossimo Consiglio Comunale di Marano.

“Appare chiaro – scrive Pretto nel suo ordine del giorno – come iniziative come quella del Comune di Venezia non abbiano alcuna finalità di determinare una maggiore integrazione e anzi, la medesima iniziativa mette in discussione l’istituzione fondamentale su cui si basa la nostra società, ossia la famiglia formata da un padre e una madre”. E dopo aver ribadito che “l’articolo 29 della Costituzione stabilisce che ‘La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio’, e che i termini ‘madre’ e ‘padre’ rappresentano parole cardine della nostra cultura e della religione cristiana, e che tali termini oggi più che mai rappresentano una speranza e un punto di riferimento per le generazioni future”, il consigliere Pretto chiede alla Giunta e al Consiglio Comunale di Marano un atto concreto. Vale a dire, “esprimere la propria contrarietà all’iniziativa del Comune di Venezia, impegnando in tal senso l’Amministrazione Comunale di Marano Vicentino a mantenere le diciture ‘madre’ e ‘padre’ nei registri scolastici, nei moduli di iscrizione agli asili, alle scuole elementari e medie, e comunque in tutti i moduli che riguardano gli istituti scolastici e i luoghi di cultura o sport sul territorio del Comune di Marano Vicentino”.

Dalla polemica si smarca il sindaco di Marano Vicentino, Piera Moro. “Il consigliere Pretto usa sempre lo stesso metodo: anticipa ai media i temi che dovranno essere trattati e approfonditi in sede di conferenza dei capigruppo e di Consiglio Comunale. E’ lì che deve arrivare la risposta a questa e ad altre argomentazioni. Non perché io non voglia rispondere, ho un’opinione ben precisa sull’argomento. Ma qui non si tratta di sapere cosa ne penso io. Si tratta del voto di un Consiglio Comunale. Tutti noi, maggioranza e opposizione, siamo stati eletti per votare su una serie di argomenti – conclude il sindaco Moro -. Ma lì, in quella sede. Non prima. Queste sono le regole della democrazia, e io intendo rispettarle”.

Ne sapremo di più verso fine aprile, quando il Consiglio Comunale di Marano verrà convocato, e che sarà chiamato in quell’occasione a votare anche il bilancio.

di Redazione Thiene on line

 

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