È stata consegnata ieri, la seconda medaglia d’onore per gli alpini di Marano Vicentino deportati durante la Seconda Guerra Mondiale.  
Il Sindaco Piera Moro si è recato a casa del signor Francesco Sartore, classe 1923, chiamato alle armi nel 1942, che in occasione della cerimonia ufficiale di venerdì 14, alla Prefettura di Vicenza, nell’ambito delle celebrazioni per il 67° Anniversario della Fondazione della Repubblica Italiana, non era potuto essere presente per motivi di salute.  

Grande la soddisfazione del signor Sartore e di tutta la famiglia. Un momento di gioia e condivisione, nel corso del quale sono stati raccontati alcuni episodi di quei tragici fatti, a partire dal maggio ’43, in cui, pur di non aderire al fascismo, Sartore preferì essere deportato in Germania. Nel giugno dello stesso anno fu caricato sui carri bestiame e finì in un campo di lavoro nella cittadina di Stettino, situata al confine con la Polonia. Il suo lavoro consisteva nella costruzione di trincee e di nidi per mitragliatrici. Il 1° maggio 1945 venne liberato dai soldati russi, i quali cercarono di convincerlo a seguirli con proposte lusinghiere, ma Sartore decise invece di tornare a casa, dove arrivò, a piedi, con le scarpe tutte rotte, l’8 luglio del 1945.  
 
Venerdì  scorso, invece, a Vicenza, era presente il signor Antonio Novella, che siamo andati a trovare perché ci raccontasse anche lui la sua storia. Novant’anni a dicembre ma energia da vendere, il signor Novella ci ha parlato di quegli anni, da quando poco più che maggiorenne partì per andare militare a Caporetto, ma dopo neanche un anno, nel settembre del 1943, venne portato via assieme ai suoi compagni dai tedeschi. “Ci hanno messi in 60 per vagone e hanno fatto partire il treno. Era impossibile scappare. Dal 9 al 12 settembre siamo rimasti chiusi nel vagone senza bere né mangiare. Quindi siamo arrivati nel campo di concentramento IX A”. Due anni passati in maniera disumana, raccontati nel libro “Dopo quindici giorni nemmeno l’erba”, un regalo che gli Alpini gli hanno fatto in occasione dell’ottantottesimo compleanno. “Nell’aprile del ’45 siamo riusciti finalmente a fuggire. Poi l’incontro con gli americani, che ci hanno trattati come fratelli, tanto che volevano portarci in America con loro. Infine, finalmente, il ritorno a casa”.
 
È importante ricordare in conclusione che Francesco Sartore e Antonio Novella avevano ricevuto un ulteriore riconoscimento, questa volta da parte degli Alpini di Marano Vicentino, lo scorso anno, assieme ad Alessio Finozzi, Giuseppe Novella e Natale Turcato, tutti reduci della Seconda Guerra Mondiale.  
 
 
 
 di Redazione Thiene on line

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