Oltre 9mila euro all’anno per uno studente in sede, più di 10mila euro per un pendolare e circa 17mila euro all’anno per un fuorisede. Sono i costi medi di un anno di studi universitari, calcolati dall’Unione degli Universitari e Federconsumatori e presentati questa mattina nella Sala Stampa della Camera dei Deputati. A distanza di due anni dall’ultimo rapporto, l’Udu ha rilevato che il costo medio annuo degli studi, per un giovane universitario è aumentato di circa 5 mila euro. Dagli alloggi ai trasporti, dalla spesa al costo dei libri, l’università è diventata, secondo il rapporto dell’Udu, “un lusso per pochi”. Anche per questo, solo il 28,3% della popolazione tra i 25 e i 34 anni riesce a conseguire un titolo universitario (al di sotto della media Ocse di 47,1%), con un tasso di abbandoni che ha raggiunto il 14,5%
“Gli studenti devono pagare per un diritto costituzionale- ha detto Alessia Polisini, esecutivo nazionale Udu- I costi variano molto in base alla città e alla regione: per uno studente fuorisede un anno di studi al nord può arrivare a costare fino a 19mila euro; 17.343 per chi invece studia al centro e 14.200 per chi studia al Sud”.
“Questa ricerca conferma che milioni di ragazzi e ragazze nei prossimi anni non potranno più studiare perché esclusi dal ciclo formativo- ha denunciato Nicola Zingaretti– E sarà così perché si è interrotto il flusso di finanziamento per le politiche di diritto allo studio. Questo però non è un problema dei giovani, è un problema che riguarda il futuro della nostra democrazia. Perché un Paese che non investe sulle nuove generazioni non ha futuro”.
A pesare sull’economia degli studenti è soprattutto l’alloggio, con canoni mensili che vanno dai 550 euro di Milano ai 195 euro di Palermo. Ma a questo costo fisso vanno aggiunti i pasti, con una spesa che arriva a costare più di 400 ero al mese al nord, 359 al centro e 282 al sud. Pesano poi i costi dei trasporti e quelli per materiale didattico e informatico: se per studiare lettere servono 431 euro all’anno, per biologia ne servono 829, e medicina 1930. La No-tax area, che si attesta sui 22 mila euro, permettere a chi si trova sotto questa soglia Isee di essere esente dal pagamento delle tasse, “ma per chi è sopra i 30mila euro di Isee, o non rispetta i criteri di merito, tutto è rimesso alle disposizioni degli atenei- ha spiegato Simone Agutoli di Udu- Abbiamo scoperto come a parità di Isee gli atenei del sud tassano di più gli studenti. E poi ci sono gli studenti fuori corso: su di loro si abbatte la scure delle università, che li tassano con un aumento del 50% in media”.
“Nonostante queste evidenze ci troviamo davanti a una legge di bilancio che mette all’ultimo posto il diritto allo studio– ha detto la coordinatrice nazionale di Udu, Camilla Piredda– Non possiamo permetterci dei costi medi che superano i 17mila euro all’anno per ciò che dovrebbe essere un diritto. Il 17 novembre saremo nelle piazze di tutta Italia per chiedere un modello di istruzione diverso, per rimettere al centro i giovani di questo paese”.