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Limiti su impianti fotovoltaici a terra e a nuove strutture commerciali in Veneto

Parchi fotovoltaici e l’insediamento di nuove strutture commerciali sono stati i temi che più hanno catalizzato l’attenzione del Consiglio delle autonomie locali, riunitosi in videoconferenza, per valutare le proposte di legge attualmente al vaglio del Consiglio regionale e che impattano sulle amministrazioni locali.

Il ‘parlamentino’ dei rappresentanti di Comuni, province, Città metropolitana di Venezia e Unioni montane, guidato dal presidente della Provincia di Padova Fabio Bui, ha accolto con favore unanime il progetto di legge depositato da Lega e FdI “”Individuazione delle aree inidonee e idonee alla realizzazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati a terra”, illustrato da Roberto Bet (ZP). Il progetto di legge rappresenta una novità nel panorama legislativo delle Regioni – ha spiegato il primo proponente – e nasce dell’esigenza di tutelare i terreni agricoli del Veneto stabilendo aree protette, distanze minime tra impianti e limiti ai Kw prodotti. Sebbene ci sia il rischio di impugnativa da parte della Corte Costituzionale – ha avvertito Bet – visto che l’energia è materia concorrente tra Stato e Regioni, ci sono recenti sentenze del Consiglio di Stato che riconoscono la competenza delle Province nella programmazione puntuale e quella della Regione nella procedura di valutazione di impatto ambientale. La proposta di legge, che lo stesso relatore ha presentato ancora in fase di definizione, mira a coniugare gli ambiziosi obiettivi energetici 2030 con la sostenibilità ambientale e la tutela del suolo coltivabile. Nel confronto tra amministratori il presidente della Provincia di Rovigo Ivan Dall’Ara ha sollecitato una rapida approvazione di una disciplina organica per gli impianti fotovoltaici che chiarisca il ruolo delle Province, anche a tutela dei loro amministratori. Anche per la sindaca di Occhiobello, Sondra Coizzi, una futura disciplina degli impianti fotovoltaici a terra dovrà tener conto dell’impatto ambientale, delle infrastrutture e dei costi di smaltimento dei pannelli. Dal canto suo il sindaco di Villaverla Ruggero Gonzo ha ribadito l’esigenza prioritaria di tutelare l’attività agricola, soprattutto nelle aree di pregio, e di tenere la ‘barra dritta’ con l’obiettivo di contenere il consumo di suolo. “Meglio privilegiare la copertura di edifici con pannelli sia nelle aree urbane che in quelle agricole, in modo da non consumare ulteriore suolo”, ha suggerito il sindaco di Spinea, Martina Vesnaver.

Il Consiglio delle autonomie locali ha poi dato parere favorevole al progetto di legge che istituisce il sistema di economia circolare in Veneto, presentato dal presidente del Consiglio veneto Roberto Ciambetti. L’iniziativa legislativa – ha sottolineato il presidente dell’assemblea legislativa veneta – promuove la riduzione dei rifiuti e il recupero degli scarti, forme di sostegno alle energie rinnovabili e alla green economy nonché alla transizione ecologica, secondo un percorso di governance condivisa che vedrà gli enti locali protagonisti nella pianificazione e nella realizzazione dei progetti.

Via libera, inoltre, all’assestamento per 13 milioni 470 mila del bilancio 2021 della Regione Veneto, illustrato dall’assessore Francesco Calzavara.

Dopo una serie di approfondimenti puntuali, è stato invece rinviato, per mancanza del numero legale, il parere alla proposta depositata da Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo) in materia di “Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto”. La proposta legislativa affida ai Comuni maggiori poteri al fine di contenere la proliferazione delle strutture di vendita sotto i 1500 metri quadrati di superficie introducendo anche forme di sanzione per i comuni che favoriscano in qualche modo l’aggregazione di più strutture di piccola dimensione con il risultato di dare via libera a ‘parchi’ commerciali. “Cerchiamo piuttosto di differenziare la normativa per i piccoli paesi di montagna – ha invitato Ornella Noventa, sindaco di Lamon – che hanno bisogno di favorire e incentivare l’insediamento di piccole attività commerciali”. Anche per Alberto Cappelletto, sindaco di San Biagio di Callalta, gli esercizi di vicinato rappresentano una “opportunità di riqualificazione di aree a rischio degrado o spopolamento” e i Comuni non dovrebbero essere penalizzati nel caso di autorizzazioni multiple. Per il sindaco di Maser Claudia Benedos, vicepresidente del Cal, invece, “ben venga una norma che responsabilizzi i comuni nella programmazione urbanistica ed eviti i ‘parchi commerciali’”. Il parere finale sulla proposta di legge Ostanel verrà espresso lunedì prossimo, quando il Cal tornerà a riunirsi – prima della pausa estiva – per esprimere il proprio parere di competenza sui provvedimenti ancora in itinere in Consiglio.

Il no di Confindustria al progetto di Malo

“Siamo contrari al progetto di realizzazione dei due impianti fotovoltaici, a terra, a ridosso del casello di Malo”. Lo ha dichiarato Pietro Sottoriva, presidente di Confindustria del raggruppamento Alto Vicentino, in riferimento ai 90mila metri quadri previsti, in iter di approvazione dalla Regione Veneto e finiti sotto i riflettori da qualche settimana.

La prima a dichiararsi contraria era stata Laura Dalla Vecchia, presidente degli industriali vicentini, che proprio parlando del futuro del territorio, ad un convegno incentrato sulla superstrada Pedemontana, aveva espresso titubanza sul progetto sostenendo di non essere a favore.

Sottoriva si è schierato con il Comune di Malo nei confronti della Regione in merito al progetto, attualmente in fase di valutazione, della realizzazione di due impianti fotovoltaici, a terra, a ridosso del casello della Pedemontana di Malo: “Autorizzare questa installazione a terra, in questo contesto, non solo andrebbe in contraddizione con le linee indicate nel Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, ma soprattutto andrebbe ad intaccare un’area strategica che ha un impatto importante sul territorio maladense. Non si può agire come se la superstrada, con i suoi caselli, fosse un corpo estraneo che attraversa la zona pedemontana; ma l’evoluzione dell’infrastruttura deve tenere conto delle peculiarità ed essere in sintonia con i comuni che attraversa. Il fatto che le associazioni di categoria e il Comune siano tutti d’accordo nel valutare negativamente un’occupazione di suolo di questo tipo è riprova di come l’area debba trovare una soluzione diversa, più vicina ai cittadini e al tessuto economico e sociale di Malo”.

di Redazione Altovicentinonline