Roberta Bruzzone, che nei giorni scorsi è stata a Thiene e presto sarà a Schio (4 maggio prossimo), non ci sono dubbi: “Certi stupratori seriali, come Massimiliano Mulas che ha abusato di una bambina di 11 anni nell’androne di casa a Mestre non guariscono, non cambiano, restano pericolosi, devono essere sottoposti a un regime detentivo o a una vigilanza costante, non c’è altro da fare”. Roberta Bruzzone, psicologa forense e criminologa è esperta in scienze forensi, analisi comportamentale e investigativa, si è perfezionata in Psicologia e Psicopatologia Forense, è specialista in valutazione dei disturbi della personalità, ed è esperta nelle tecniche di analisi, valutazione e diagnosi di abuso nei confronti di minori e nell’ambito della violenza sulle donne. E’ stata intervistata dal Corriere della Sera e ha dichiarato che il quarantacinquenne, accusato di aver stuprato la piccola, è un sex offender conclamato dati i numerosi precedenti specifici. Nel 2006 il 45enne di Tempio Pausania aveva già subito una condanna pesante a otto anni per violenza nei confronti di due studentesse padovane, in precedenza aveva scontato una condanna a quattro anni e mezzo per rapina e violenza sessuale ai danni di una turista in Trentino. Nel 1998 aveva mozzato la testa a un cane e l’aveva fatta trovare a una ragazza con una lettera in cui chiedeva dei soldi, qualche anno fa un’altra violenza contestata a Perugia.
Alla domanda su come mai Mulas fosse ancora in libertà ha risposto: “purtroppo non c’è stata alcuna valutazione complessiva delle sue modalità di delinquere, probabilmente sono stati considerati solo i vari reati presi singolarmente non si è mai pensato di dargli una valutazione complessiva”.