I mezzi per disabili con la pubblicità di aziende non possono circolare, a discapito dei cittadini in difficoltà e anche di chi ha speso molto denaro in pubblicità, perché violano il combinato disposto dell’Art. 23 del Codice della Strada e l’Art. 57 del Regolamento di Attuazione del Codice della Strada, attualmente in vigore.
Un terremoto sulle spalle dei più deboli, come annuncia l’Associazione APS Report di Roma che si sta occupando del caso (www.associazionereport.org), ma anche per le Associazioni del territorio, che devono gestire il trasporto dei cittadini in difficoltà.
Momento difficile anche per le aziende che si occupano del particolare business della pubblicità che finanzierebbe questi mezzi, forniti solo in comodato alle Associazioni no profit e agli Enti pubblici: ora le attività economiche sostenitrici potrebbero chiedere la restituzione del denaro versato, essendo tali contratti pubblicitari nulli in quanto violano una norma imperativa di Legge.
A fare chiarezza sul mancato rispetto delle norme in vigore è il Ministero degli Interni, secondo cui, come si legge nella circolare del 03/02/2020 i mezzi che circolano con pubblicità a pagamento di terzi, violano le norme della circolazione (QUI LA CIRCOLARE DEL MINISTERO DEGLI INTERNI, SUL PORTALE ASAPS.IT ):
Un problema serio per le associazioni che svolgono il servizio di trasporto, che hanno cominciato a tenere in garage i mezzi per evitare sanzioni ad ogni uscita: sono a decine, i primi in Regione proprio a Vicenza, Arzignano e Val Chiampo, poi a Jesolo, Lignano Sabbiadoro in Friuli Venezia Giulia, in Emilia Romagna nella Val d’Enza, così come Sestri Levante in Liguria, Rho e Como in Lombardia. Dalla Protezione Civile alla Pubblica Assistenza e poi le ASP e le associazioni del territorio in numerosi altri comuni del Nord e Centro Italia, dove è più diffuso il fenomeno di questi “mezzi per disabili con pubblicità”.
E molte associazioni si trovano a rischio di ritiro della Carta di Circolazione perché molti mezzi in comodato non hanno l’indicazione dell’Ente beneficiario che ha in uso il mezzo e ciò viola altre norme in vigore (ex art 94 comma 4-bis del Dlgs 285/92) costringendo il mezzo a fermarsi e rendendolo soggetto ad ulteriori sanzioni amministrative.
Un business milionario “in nome della solidarietà”, che rischia di fermarsi:
Ma è solo l’inizio, perché questa giostra che rischia di spegnersi definitivamente – sostiene Report APS – è finanziata da alcune società private italiane, in primis Progetti del Cuore Società Benefit Srl di Reggio Emilia e PMG Italia Società Benefit SpA di Bologna, che – a prescindere dal ”Benefit” che compare nella loro ragione sociale – sono a tutti gli effetti società di lucro e si dividono un business milionario. Rischiano però ora di dover restituire il denaro ai sostenitori dei loro progetti, ed ognuna delle società incamera più di 10 milioni l’anno di pubblicità utilizzata in gran parte per addobbare la superficie esterna dei mezzi di trasporto forniti poi in comodato gratuito alle Associazioni.
Secondo cifre citate dall’associazione Aps Report di Roma, che ha sottoposto il caso alle Autorità, a fronte di un costo di circa 35 mila euro per l’acquisto e la trasformazione del mezzo (o 500 euro/mese di noleggio long term), la società organizzatrice realizzerebbe un fatturato da raccolta pubblicitaria di circa 120 mila euro in due anni, che può arrivare – come documentato in alcuni casi particolarmente fortunati – a 200 mila euro in due anni. I conti sono presto fatti: in un ciclo di vita di otto anni, un mezzo può fruttare anche ottocentomila mila euro e
La soluzione c’è: ferma da 13 anni!
Dal canto loro, le società del settore sventolano una sentenza della seconda sezione della Cassazione che però in realtà (questione tecnica) si occupa d’altro ed in ogni caso non ha in alcun modo potere abrogativo delle norme di Legge, che rimangono pienamente in vigore.
La Legge n.210, già approvata nel 2010, permetterebbe invece a questi mezzi, a determinate condizioni (quale la proprietà diretta da parte degli Enti beneficiari finali se appartenenti all’area no profit) di circolare se fossero finalmente emanati i regolamenti attuativi, attesi da 13 anni!
L’Associazione Report APS di Roma ha predisposto un appello al Governo e al Parlamento affinché ciò avvenga, perché “i cittadini non possono farsi carico dei ritardi della politica” e ha avviato una campagna di sensibilizzazione dei cittadini affinché il passaparola possa agire come impulso verso la politica, che rischia tra le maglie della burocrazia e delle norme, di dimenticarsi ancora una volta dei più deboli.