Tre ragazzini avrebbero convinto una giovane di appena 13 anni a seguirli in un garage, a compiere degli atti sessuali. Il tutto ripreso con il telefonino. Non contenti, i tre, tra i 14 e i 15 anni, hanno forse pensato di fare una ‘bravata’ e hanno inviato il video a un migliaio di coetanei, con Whatsapp. I tre sono stati denunciati per violenza sessuale e divulgazione di materiale pedopornografico, mentre la ragazzina “è sconvolta”, è sostenuta dalla famiglia che le sta accanto, ma ha trovato la forza di tornare a scuola.

 

Le indagini, condotte dei carabinieri, sono state chiuse nelle scorse ore con la denuncia inviata al tribunale dei minori, ma la vicenda risale a circa un mese fa. A far scattare gli accertamenti la denuncia presentata dal padre della ragazza, residente in provincia di Treviso. E’ sconvolto quando segnala ai militari quanto ha visto. A mostrargli le immagini con la figlia era stato poco prima il nipote, uno dei tantissimi nell’indirizzario dei tre. Appena ricevute, era corso dallo zio per avvertirlo. In pochi giorni, i carabinieri hanno ricostruito quanto avvenuto, identificato i protagonisti e il garage di un complesso dove erano state registrate le immagini.

“Questa è una forma di bullismo – ha detto il capitano dei carabinieri Salvatore Gibilisco, comandante a Castelfranco Veneto – purtroppo in voga negli ultimi tempi tra i giovani. Anche chi riceve foto o video e le divulga a sua volta deve sapere che compie un reato”. Quando i militari hanno suonato alla porta di casa, i ragazzini si sono mostrati sorpresi. Poi la loro espressione è cambiata in preoccupazione, forse rendendosi conto di non aver fatto solo ‘una bravata’.

Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso, al di là della gravità del singolo episodio, ha parlato di “emergenza sociale”, di cui “si devono occupare tutti, istituzioni comprese” riguardo proprio al fenomeno delle scambio attraverso il web o telefonino di foto o video di carattere sessuale. Per Muraro, si tratta di una questione “di legalità e sicurezza che deve essere affrontata come un problema appartenente a tutta la comunità, senza puntare il dito esclusivamente sulle parti coinvolte”. Per il sociologo Francesco Pira, “la ragazza ha subito una doppia violenza” legata a quanto è avvenuto nel garage e al fatto che il video è stato poi inviato a un migliaio di suoi coetanei: “immagino il suo stato d’animo”. Pira ha ricordato: “i dati di ricerche recenti sul sexting sono abbastanza allarmanti. Telefono Azzurro ed Eurispes sostengono che nel 2011, 1 adolescente su 10 ha ricevuto messaggi o video a sfondo sessuale, valore passato nel 2012 a 1 adolescente su 4”. (ANSA).

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