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Lavoro. Il reddito di cittadinanza mette a rischio 75000 esercizi

“L’estate sta entrando nel vivo ma la ripresa che si presenta come una grande opportunità rischia di essere un’occasione persa. Centinaia e centinaia di bar ristoranti e alberghi potrebbero essere costretti a chiudere e altri, addirittura, a non riaprire a causa del reddito di cittadinanza”. Lo afferma Sandro Susini, titolare dello studio fiorentino di consulenza del lavoro Susini Group. “Il reddito di cittadinanza mette a rischio quasi 75.000 esercizi pubblici in tutta Italia: circa 30.000 bar e 45.000 ristoranti, le attività maggiormente colpite, potrebbero chiudere o non riaprire per svolgere i lavori stagionali, per mancanza di reperimento di personale”, sottolinea Susini. Che prova a fare un bilancio per il Reddito di cittadinanza. Il “Report trimestrale RdC aprile 2019-marzo 2022” pubblicato di recente dall’Inps, dice che i nuclei beneficiari di almeno una mensilità sono passati da 1,1 milioni (per 2,7 milioni di persone coinvolte) nel 2019 a 1,8 milioni (per quasi quattro milioni di persone coinvolte) nel 2021. I valori del primo trimestre 2022 (1,15 milioni di percettori e 2,6 milioni di persone coinvolte) confermano la crescita continua del fenomeno. Anche l’importo medio mensile erogato è incrementato nel tempo: l’Inps parla di una crescita del 14%: da 492 euro nel 2019 a 559 euro nei primi mesi del 2022. Ma per il Centro Studi Susini “all’indubbio successo del sussidio fanno da contraltare due problematiche di rilievo che portano al fallimento della misura: innanzitutto è doveroso constatare che la crescita esponenziale è stata seguita da un altrettanto radicale incremento degli illeciti in materia”.

Se nel 2019 si stimano infatti 10.778 illeciti collegati al Reddito di cittadinanza per un importo di 969.450,68 euro, nel 2020 sono 18.131 per cinque milioni e 614.247,80 euro; nel 2021 si parla di 156.822 illeciti per un totale (ancor parziale) di 41 milioni e 359.042,02 euro. “In secondo luogo, la ratio del Reddito di cittadinanza sarebbe quella di una misura di sostegno a favore del cittadino che si impegni a seguire un preciso iter personalizzato di inserimento lavorativo e di inclusione sociale. La triste realtà parla invece di importanti lacune organizzative in seno all’apparato pubblico, fenomeno amplificato anche dall’impatto della pandemia sul servizio degli uffici pubblici”. E così si arriva alla “peggiore delle conseguenze: il Reddito di cittadinanza viene erogata ma nella maggior parte dei casi il reinserimento nel mondo del lavoro non avviene”. E così “la percezione è che la misura si sposi agevolmente con quella del lavoro in nero, in special modo nelle aree dove storicamente l’illecito è diffuso e i controlli latitano; la seconda implicazione- per il Centro studi Susini- è ancor più rilevante: la pandemia e le relative problematiche sociali hanno modificato l’approccio al lavoro di una consistente fetta di Paese, che preferisce rimanere inattivo, quantomeno ufficialmente, rispetto a proposte di impiego stagionale nei settori del turismo in particolare dei multiservizi, a fronte delle cui retribuzioni il Reddito di Cittadinanza assume connotati assolutamente concorrenziali”.

Per Sandro Susini alla fine il Reddito di cittadinanza è “uno strumento tutt’altro che virtuoso, con conseguenze drammatiche sull’intero sistema delle politiche attive. Occorrono misure che rilancino l’economia attraverso piani di investimento e riforme strutturali. I fondi messi a disposizione dal Pnrr potrebbero essere l’occasione per potenziare le politiche attive del mercato del lavoro e rafforzare i Centri per l’impiego che fino ad oggi non hanno permesso il reinserimento dei lavoratori disoccupati”, conclude Sandro Susini.

Reddito di cittadinanza, in Veneto l’importo medio è di 525,81. I numeri – AltoVicentinOnline