Riportare il sorriso ai bambini, e alle loro famiglie, nel momento in cui combattono battaglie importanti, anche contro lo sconforto. E’ questa la missione di Mattia Villardita, il volontario che si veste da supereroe e va nei reparti pediatrici degli ospedali. Insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per l’altruismo e le fantasiose iniziative con cui contribuisce ad alleviare le sofferenze dei più giovani pazienti ospedalieri”, Villardita ha raccontato la sua storia nel libro ‘Io e Spider-Man. Storia vera di un supereroe’, presentato questo pomeriggio a Palazzo Montecitorio, a Roma. La sua è una storia semplice e straordinaria, nata dai sogni di bambino, in un letto di ospedale, prima a Savona, poi a Genova e infine a Pavia.
“Quando avevo sette anni guardavo fuori dalla finestra e in un giorno di pioggia immaginavo e speravo che il mio supereroe preferito dei fumetti venisse a trovarmi e salvarmi per darmi conforto e magari aiutarmi a superare la paura dell’ago- racconta- ero un bambino silenzioso, timido, impaurito ma con una grande fantasia e curiosità che mi consentivano, in quelle giornate lunghe e molto simili tra loro, di andare avanti. Quelle stanze le ho abbandonate all’età di ventidue anni, dopo un percorso lunghissimo e pieno di ostacoli composto da un insieme di tanti ricordi, esperienze ed emozioni che oggi hanno portato a ciò che sono diventato: un ragazzo che si è accettato, con i suoi pregi e difetti, senza mai cambiare per nessuno; un ragazzo che ha conosciuto il dolore e non si vergogna di dirlo perché da esso trae la forza e il coraggio per costruire cose belle; un ragazzo con la testa tra le nuvole e il cuore in un mare di bene che dona incondizionatamente con rispetto e gentilezza senza aspettarsi niente in cambio perché chi dona se stesso non ha bisogno di chiedere nulla”. Uscito dall’ospedale Mattia ha deciso di indossare il costume da Spider-Man e di tornare in corsia per regalare ai bambini ricoverati il piccolo sogno che lui non aveva potuto vivere quando era al posto loro “perché il volontariato aiuta l’anima”, dice. “Ho deciso di raccontare la mia storia in un libro- dice Mattia- per far capire alle persone quanto ognuno di noi possa essere funzionale verso il prossimo, penso che la formula di vita sia voler bene prima a se stessi per poi volere bene anche agli altri. Una volta che si raggiunge un equilibrio personale secondo me è giusto che ognuno di noi dedichi una parte del proprio tempo anche al prossimo”. Ogni anno Mattia vede una media di 1.500 bambini l’anno. “La parte più difficile è quella emotiva, le emozioni che vivo sono molto belle ma spesso anche complicate perché ho a che fare con il mondo dell’oncologia, un mondo particolare e delicato che ha bisogno di tutto il rispetto del caso”. Il suo sguardo è rivolto verso il futuro.
“Credo fortemente che i bambini che incontro, tra qualche anno, capiranno il significato del volontariato e magari tra loro ci sarà qualcuno che vorrà prendere il mio posto”. “La prima volta che ho visto Spider-Man entrare da una porta finestra e ho visto quale reazione suscitava nei bambini è stato fantastico. Spider-Man è un esempio a cui penso quando, come tutti noi, mi lamento inutilmente”, ha sottolineato nel corso della presentazione del libro Alberto Gaiero, primario di Pediatria dell’ospedale San Paolo di Savona dove Mattia ha iniziato la sua opera di volontariato. “Abbiamo bisogno di un’umanizzazione delle cure, di persone come Mattia che rendano i nostri piccoli pazienti umani e sorridenti. Abbiamo bisogno di persone con cui i bambini possano stabilire un’empatia perché l’empatia crea coraggio, solidarietà e speranza”, ha poi sottolineato Marika Pane, direttore del Centro clinico NeMO del Gemelli di Roma.