Quando ai genitori di ragazzi disabili si dice che si dovrebbe uscire, provare a fare una vita normale per vivere la diversità in una società che dovrebbe essere accogliente, qualcuno, dopo questo grave fatto di cronaca, capirà perchè per queste mamme e papà sia più facile vivere chiusi in casa. Meglio vivere ai margini che subire certe umiliazioni.
“Sono Tommaso, ragazzo cieco che non parla. Ho ricevuto un atto di pesante di discriminazione – scrive mamma Cecilia, per conto del figlio -. Mi trovavo all’hotel Colbricon di San Martino di Castrozza. Degli ospiti della sala ristorante erano infastiditi dalla mia presenza e se ne sono lamentati con l’albergatrice che ha proposto ai miei di prendere i pasti successivi in una saletta separata dai vetri ambrati oscurati. Lo ha proposto a noi e non a loro… Sono stato trattato come un cane non ammesso nella sala ristorante comune. Ovviamente siamo ripartiti perché non è piacevole restare dove non si è graditi. Vacanze rovinate e tanto ma tanto amaro in bocca. Condividi tra le tue conoscenze se vogliamo evitare che ad altri accada ciò che è capitato a noi presso l’ Hotel Colbricon di San Martino di Castrozza”.
Il post sulla propria pagina facebook l’ha scritto questa madre, una delle tante umiliate dall’ignoranza delle gente, che ancora oggi, nel 2023, guarda certi ragazzi disabili come degli extraterrestri. Una storia come tante, ma che grazie alla coraggiosa denuncia di questa mamma che non ha voluto tacere, sta facendo il giro dell’Italia con articoli giornalistici e condivisioni del post di mamma Cecilia. Pare che dopo l’eclatanza dei media, gli albergatori si siano scusati, ma che la mamma non abbia voluto accettare le scuse. Nel frattempo, gli imprenditori hanno dovuto cancellare i loro account social per il fiume di insulti ricevuti dagli utenti della rete.
di redazione AltovicentinOnline