La Corte Costituzionale ha respinto con una sentenza tutti i ricorsi dei lavoratori che, a causa della normativa sull’obbligo vaccinale, erano stati sospesi dal servizio. Un rigetto quindi per insegnanti e sanitari che avrà ripercussioni anche sui militari ricorrenti al Tar del Lazio, per i quali in attesa della Suprema Corte i giudici amministrativi avevano sospeso il giudizio.
“La Corte ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali– come si legge nel comunicato stampa della Suprema Corte- la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiano adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali. Sono state ritenute invece non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario”. E infine la Corte Costituzionale ha ritenuto “ugualmente non fondate le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso; e ciò, sia per il personale sanitario, sia per il personale scolastico. È quanto rende noto l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale, in attesa del deposito delle sentenze”.