Una donna incinta, positiva al covid e pertanto posta in isolamento, “si è dovuta rivolgere alla sanità privata per ricevere cure poiché quella pubblica le è stata negata”.
La denuncia, destinata a destare preoccupazione, è di cristina Guarda, consigliere regionale di Europa Verde, che ha detto: “In questi giorni ci è giunta segnalazione dell’esperienza vissuta da una donna risultata positiva al sars-cov-2, con sintomi da Covid-19 manifestatisi per un brevissimo periodo. La donna, in stato di gravidanza e posta in isolamento domiciliare, spiega di aver subito la sospensione di visite, esami di controllo e assistenza generica in attesa di essere sottoposta a nuovo tampone. L’unica alternativa per la futura mamma è stata l’assistenza privata. Disagi simili sono stati vissuti anche da altre gestanti, positive al Covid e in isolamento fiduciario, o con conviventi che hanno contratto il virus. – continua Cristina Guarda, che sottolinea – Già nelle scorse settimane avevo denunciato questa grave situazione all’assessore regionale di competenza che ha però sostenuto che le neomamme in Veneto anche in periodo Covid ricevono le cure necessarie. Le tante donne che in questo periodo mi stanno contattando raccontano invece una realtà totalmente diversa. Per questo motivo ho depositato, assieme ai colleghi Possamai, Bigon, Camani, Ostanel, Zottis, Lorenzoni, Montanariello e Zanoni, una ‘interrogazione a risposta immediata’ alla giunta regionale affinché non si ripetano nuovamente casi simili. Se la giunta vuole sostenere le neo-mamme, oltre al Bonus bebè promosso dalla Regione, dobbiamo garantire innanzitutto i servizi essenziali a chi sta per dare alla luce un figlio, anche in presenza di Covid.”