E’ morto all’istante un 50enne di Lonigo, che è stato schiacciato da un muletto. L’incidente sul lavoro è accaduto martedì 3 marzo a Colognola ai Colli (Verona) in un’azienda di lavorazione laser.
Secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri della locale stazione, la vittima, autista di una ditta di Sarego (Vicenza), e’ stata schiacciata da un muletto durante un’operazione di carico delle merci. II rilievi sono affidati ai tecnici dello Spisal dell’Ulls 9 Scaligera.
La replica dei sindacati
Un’altra tragedia sul posto di lavoro. Stamattina un dipendente della Salvagnini di Sarego, Stefano Percali 50 anni di Lonigo, ha perso la vita mentre si trovava nella sede di una ditta fornitrice a Colognola ai Colli.
FIOM-CGIL, FIM-CISL e le rappresentanze sindacali interne hanno proclamato un’ora di sciopero per riunirsi in assemblea e riflettere sulla sicurezza sul lavoro e sull’accaduto. Morgan Prebianca di Fiom (Cgil) e Giovanni Ballan di Fim (Cisl), esprimono vicinanza e cordoglio alla famiglia del lavoratore e ai colleghi della Salvagnini.
“Abbiamo massima fiducia nel lavoro degli inquirenti e nelle indagini in corso – spiegano – ma purtroppo si tratta dell’ennesima morte che si verifica nel luogo di lavoro. Il Veneto è fra le regioni con il maggior numero di infortuni mortali. Lo scorso anno sono stati 87. E’ diventata un’emergenza ed è ora di intervenire”. I sindacalisti evidenziano che più volte è stato richiesto al governatore del Veneto, Luca Zaia, da parte delle organizzazioni sindacali e di categoria, affinché rafforzi gli Spisal delle Ulss. “I servizi per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro sono quasi tutti sotto organico e, per questo motivo, in difficoltà nel realizzare un’opera efficace e diffusa di prevenzione sulla sicurezza e salute per i lavoratori” proseguono.
Prebianca e Ballan, inoltre, pongono l’accento sulla volontà di intensificare anche la formazione in azienda richiamando la collaborazione delle controparti, con l’obiettivo di migliorare ovunque le condizioni di sicurezza sui posti di lavoro. “ Non basta che questa attività di formazione culturale venga eseguita dalle medie e grandi aziende come la Salvagnini, è necessario che sia interessata tutta la filiera a 360 gradi, incluse le piccole imprese. E’ inaccettabile che oggi, nel 2020, una persona perda la vita mentre sta lavorando”.