Paolo Valentini e Stefano Galli, capigruppo in Regione Lombardia del Pdl e della Lega Nord, l’ex consigliere Renzo Bossi e Nicole Minetti sono indagati nell’inchiesta della procura di Milano in cui viene ipotizzato il reato di peculato e che vede coinvolti complessivamente una quarantina di persone.
Gli inquirenti avrebbero accertato, da quanto trapela, un utilizzo illecito dei rimborsi regionali da parte dei gruppi consiliari.
In particolare, da quanto emerge Minetti avrebbe comprato con soldi pubblici destinati all’attivita’ politica, il libro ‘Mignottocrazia’, oltre ad aver pagato 400 euro per una cena da Giannino o 750 euro per comprare un iPad. Non solo: uno scontrino è relativo a consumazioni per 832 euro al Principe di Savoia, mentre sono decine gli scontrini per altre cene e taxi
L’inchiesta, coordinata dal pm Alfredo Robledo, punta sui rendiconti 2008-2010 relativi ai rimborsi garantiti ai gruppi consiliari del Pdl e della Lega. Secondo l’accusa gli indagati avrebbero ottenuto rimborsi per spese dubbie.
Lungo l’elenco di spese quotidiane coi soldi del partito, dal cappuccino e brioche con i soldi del partito, quattro pizze d’asporto, ma anche cocktail offerti agli amici, spese per macellerie e agriturismi, senza dimenticare i ristoranti alla moda. C’è chi rientra tra gli ‘over 100 mila euro’, e chi invece ha chiesto di inserire, tra i rimborsi del proprio gruppo politico, spese personali di poche centinaia di euro.
Per 22 persone c’è l’invito a comparire degli inquirenti per essere interrogati dai titolari dell’inchiesta. Le spese nel mirino della procura riguardano due legislature, tra il 2008 e il 2012, in cui si contestano spese dei singoli imputati inseriti come spese di rappresentanza istituzionale, quindi soldi pubblici destinati all’attività politica. A dare il via alla nuova inchiesta giudiziaria le verifiche sul leghista Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani.
”Le regole che vigono in Lombardia sono completamente diverse da quelle che vigono in altre regioni. Sono assolutamente molto serie e non è possibile scappare”, ha commentato il governatore Roberto Formigoni. ”Questo caso – prosegue – è diverso dal caso Lazio. I gruppi si sono comportati tutti nella stessa maniera”.
Si difende Romano La Russa, consigliere del Pdl, all’uscita dal Pirellone: “Io non ho utilizzato un centesimo. Mi sembra strano anche per i colleghi e non mi risulta che qualcuno abbia ricevuto avvisi di garanzia”. “Se c’è un consigliere imbecille – prosegue – che è andato a chiedere un rimborso per delle caramelle è ancora piu’ imbecille chi glielo ha dato e farà i conti con tutti noi”.