In una dozzina d’anni, il numero dei morti
per incidenti nelle strade del veneto è pressoché dimezzato, passando dai 714 del 2000 ai 369 del 2011. Sono numeri che non rappresentano ancora l’obiettivo che ci siamo posti, che è quello di tendere ad azzerare simili cifre, ma che certamente è confortante ed è un segnale oggettivo della maggiore sicurezza delle infrastrutture stradali e dei veicoli. Lo ha affermato l’assessore alla mobilità del Veneto, commentando i dati sulla mobilità veicolare su strada nel triveneto pubblicati dall’Automobil Club d’Italia. 
I numeri che l’ACI fornisce sono lo specchio dell’evoluzione della situazione, anche dal punto di vista economico – ha aggiunto l’assessore – ma il dato sull’incidentalità è quello che più ci ripaga dell’impegno profuso nelle nuove infrastrutture e nell’ammodernamento di quelle esistenti, eliminando tanti “punti neri”, allontanando ovunque possibile il traffico di transito dai centri abitati, dando più scorrevolezza alla mobilità stradale in generale. E’ un lavoro che continuiamo a portare avanti e che si certifica utile per l’intera comunità e per la nostra economia, tenuto conto, in ogni caso, che non esistono beni capace di sostituire una vita perduta.
Oltre alle vittime, sono calati (da 19.708 a 15.564) il numero complessivo degli incidenti segnalati e quello dei feriti(da 27.862 a 21.517). Tutto questo in una situazione che vede nel Veneto la presenza di 3.883.763 veicoli circolanti, il 76 per cento dei quali autovetture, l’11,5 per cento motocicli, il 9,8 per cento mezzi per il trasporto merci, il 2 per cento veicoli speciali e lo 0,2 per cento autobus. Dal computo – ha osservato l’assessore – mancano i veicoli non a motore, ovvero le biciclette, per i cui utenti abbiamo comunque proseguito un intenso programma di realizzazione di percorsi protetti.
I dati dell’ACI dicono inoltre che il 49,5 per cento dei veicoli circolanti è stato immatricolato fino al 2001, mentre decrescono costantemente dal 2005 le immatricolazioni (251.307 nel 2007; 205.187 nel 2009; 164.351 nel 2011). Questo si riflette sulle classi d’inquinamento, che vedono il 15,7 per cento dei veicoli ancora ad Euro 0, ossia senza alcun accorgimento per inquinare di meno. Sono all’8,2 per cento gli Euro 1, al 20,9 per cento gli Euro 2, al 28,9 per cento gli Euro 3 e al 21,9 per cento gli Euro 4, mentre i più moderni Euro 5 sono appena il 4,3 per cento e i recenti Euro 6 ad un risicato 0,13 per cento.
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