Uno dei primi femminicidi documentati nella storia fu il caso di Annia Regilla. Una giovane aristocratica romana che, all’età di 14 anni, venne promessa sposa. Siamo nel II secolo d.C., un periodo florido per Roma. La famiglia di Annia Regilla vantava antenati illustri e alleanze potenti. Tuttavia, i tempi non erano maturi: la società romana era patriarcale e la scelta dello sposo dipendeva dal volere del padre. La povera ragazza dovette accettare un marito che non amava e molto più grande di lei. Quest’ultimo si chiamava Erode Attico, un uomo ricco e colto di nazionalità greca. Per lui, il matrimonio era un’ottima opportunità per migliorare il suo status sociale, non essendo più visto come un semplice greco ma vantando un’alleanza con una nobile famiglia romana. Subito dopo le nozze, si trasferirono in Grecia in sontuose e ricche dimore. Erode Attico era un uomo violento e infedele, causando grande sofferenza alla giovane sposa. Gli anni passarono e la coppia ebbe cinque figli, ma due di loro morirono. Un giorno, dopo una serie di liti, mentre Annia era in attesa del sesto figlio, il marito ordinò al suo liberto di picchiarla brutalmente. Venne colpita al ventre e la giovane donna morì, insieme al suo amato bambino.
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