La cancellazione del valore della famiglia attraverso leggi che equiparino le unioni gay al tradizionale matrimonio uomo-donna rappresenta un attentato alla pace. Ne e’ convinto Benedetto XVI per il quale “il riconoscimento dell’imprescindibile legge morale naturale scritta da Dio nella coscienza di ogni uomo”, e dunque “lo smantellamento della dittatura del relativismo”, rappresentano oggi una irrinunciabile “precondizione della pace”. “Nessuno – scrive nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Pace – puo’ ignorare o sottovalutare il ruolo decisivo della famiglia, cellula base della societa’ dal punto di vista demografico, etico, pedagogico, economico e politico”.

    “Desidero ribadire con forza che i molteplici operatori di pace sono chiamati a coltivare la passione per il bene comune della famiglia e per la giustizia sociale, nonche’ l’impegno di una valida educazione sociale”,  scrive il Papa ricordando che la famiglia fondata sul matrimonio uomo-donna “ha una naturale vocazione a promuovere la vita: accompagna le persone nella loro crescita e le sollecita al mutuo potenziamento mediante la cura vicendevole”.     Secondo Papa Ratzinger, dunque, “la struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realta’, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale”. “Questi principi – ricorda Benedetto XVI – non sono verita’ di fede, ne’ sono solo una derivazione del diritto alla liberta’ religiosa. Essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l’umanita’”. Per questo, spiega nel Messaggio che sara’ consegnato da nunzi apostolici a tutti i Capi di Stato, “l’azione della Chiesa nel promuoverli non ha carattere confessionale, ma e’ rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa”. “Tale azione – rileva – e’ tanto piu’ necessaria quanto piu’ questi principi vengono negati o mal compresi, perche’ cio’ costituisce un’offesa contro la verita’ della persona umana, una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”.     Per il Pontefice, inoltre, la famiglia cristiana reca in se’ il germinale progetto dell’educazione delle persone secondo la misura dell’amore divino”. “La famiglia – osserva – e’ uno dei soggetti sociali indispensabili nella realizzazione di una cultura della pace”. Se vogliamo la pace, quindi, dobbiamo “tutelare il diritto dei genitori e il loro ruolo primario nell’educazione dei figli, in primo luogo nell’ambito morale e religioso”, non dimenticando mai che “nella famiglia nascono e crescono gli operatori di pace, i futuri promotori di una cultura della vita e dell’amore”.
       “In questo immenso compito di educazione alla pace – conclude infine il Messaggio papale – sono coinvolte in particolare le comunita’ religiose”. Attraverso le scuole cattoliche e tutte le iniziative educative che promuove “la Chiesa – infatti – si sente partecipe di una cosi’ grande responsabilita’ attraverso la nuova evangelizzazione, che ha come suoi cardini la conversione alla verita’ e all’amore di Cristo e, di conseguenza, la rinascita spirituale e morale delle persone e delle societa’.
       L’incontro con Gesu’ Cristo plasma gli operatori di pace impegnandoli alla comunione e al superamento dell’ingiustizia”.  PAPA:LEGGI SU ABORTO E EUTANASIA SONO REALI MINACCE ALLA PACE “Chi vuole la pace non puo’ tollerare attentati e delitti contro la vita”. Lo scrive Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace. Il testo, che viene consegnato dai nunzi apostolici a tutti i Capi di Stato, afferma che “ogni lesione alla vita, specie nella sua origine, provoca inevitabilmente danni irreparabili allo sviluppo, alla pace, all’ambiente”. “Nemmeno e’ giusto – denuncia Joseph Ratzinger – codificare in maniera subdola falsi diritti o arbitrii, che, basati su una visione riduttiva e relativistica dell’essere umano e sull’abile utilizzo di espressioni ambigue, volte a favorire un preteso diritto all’aborto e all’eutanasia, minacciano il diritto fondamentale alla vita”. “Come si puo’ pensare – domanda il Pontefice alle autorita’ del mondo – di realizzare la pace, lo sviluppo integrale dei popoli o la stessa salvaguardia dell’ambiente, senza che sia tutelato il diritto alla vita dei piu’ deboli, a cominciare dai nascituri?”.
       Per il Papa, “coloro che non apprezzano a sufficienza il valore della vita umana e, per conseguenza, sostengono per esempio la liberalizzazione dell’aborto, forse non si rendono conto che in tal modo propongono l’inseguimento di una pace illusoria”. Infatti, “la fuga dalle responsabilita’, che svilisce la persona umana, e tanto piu’ l’uccisione di un essere inerme e innocente, non potranno mai produrre felicita’ o pace”.       Nel suo Messaggio per la Giornata della Pace – che sara’ celebrata il primo gennaio 2013 – Benedetto XVI difende anche il diritto all’obiezione di coscienza dei medici e operatori sanitari riguardo all’applicazione di oeggi che prevedano la legalizzazione di aborto o eutanasia. “E’ anche un’importante cooperazione alla pace – sottolinea infatti – che gli ordinamenti giuridici e l’amministrazione della giustizia riconoscano il diritto all’uso del principio dell’obiezione di coscienza nei confronti di leggi e misure governative che attentano contro la dignita’ umana, come l’aborto e l’eutanasia”. (agi)
  

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