Tra le new entry insignite dell’ ambita e rinomata Stella Michelin c’è proprio El Coq, il Ristorante del giovane chef Lorenzo Cogo a Marano Vicentino. Un locale di classe e ricercato, ma che offre anche serate a tema per avvicinare i giovani alla buona cucina. Lorenzo,dopo il diploma a Recoaro, ha maturato moltissime esperienze accanto a grandi chef in Australia, Giappone, Singapore,Spagna, Paesi Bassi e Danimarca, per poi ritornare in Italia e aprire il suo Ristorante a Marano Vicentino, inaugurato il 6 maggio 2011. Ma chi è questo giovane chef che a soli 26 anni ha ricevuto una delle maggiori onorificenze nel campo della ristorazione? Lo abbiamo incontrato e intervistato.
Intanto complimenti per aver ottenuto la stella Michelin, che cosa significa per te questo riconoscimento?
Per me rappresenta una ricompensa per la costanza nel lavoro, l’impegno e i sacrifici fatti. Ripaga l’aver accettato la sfida di aprire un Ristorante di un certo livello, ricercato anche se vogliamo, in un paese piccolo e di provincia. Ed è un segnale di speranza per la sopravvivenza di questa avventura: nonostante il periodo in generale non sia dei migliori El Coq si sta facendo conoscere, si sta riservando un suo spazio e un suo pubblico e spero che grazie a questa stella le cose continuino a migliorare.
È difficile da spiegare ma ho un bagaglio fatto di un mix di esperienze che mi serve ogni giorno. Sicuramente mi ha dato la possibilità di partire con le idee chiare, capire che cucina mi piace di più, che tecniche usare e da lì aggiungere il mio tocco personale a tutto.
È un periodo particolare per il mondo della cucina e gli chef, che godono di una notorietà che difficilmente anni fa sarebbe stata immaginabile, anche grazie a programmi televisivi molto seguiti . È positivo o si rischia di sminuire e semplificare troppo il vostro lavoro ?
Come in tutte le cose, quando diventano di moda è facile esagerare. Però trovo molto positivo questo periodo soprattutto perché ha permesso di stimolare una maggiore attenzione da parte del consumatore alla qualità, una sensibilità che premia chi fa ricerca a discapito di chi da 25 anni prepara il solito menù e crede che vada ancora bene così.
Nicole Zavagnin