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“Il coronavirus non sparirà, impariamo a conviverci”

La discesa è iniziata. E le parole pronunciate dal ministro della Salute Roberto Speranza a ‘Di Martedì’ su La7 lo sottolineano, “In questo momento l’indice di contagio R con zero è leggermente sotto il dato 1 ed è un risultato straordinario se pensiamo che eravamo a 3 o 4, ovvero un soggetto positivo infettava fino a 3-4 persone, fino a qualche settimana fa”. Ma “non dobbiamo abbassare la guardia. Stiamo lavorando al domani ma anche nella fase 2 – ha detto – dovremo convivere col virus, perchè il virus non scomparirà”.

Fino a poco fa, ha sottolineato Speranza, “la curva cresceva in modo drammatico. Oggi, essere leggermente sotto il dato per l’indice di trasmissione R con zero ci dice che le misure hanno funzionato e possiamo iniziare a programmare il futuro, ma sempre con i piedi per terra e rispettando le regole perchè basta pochissimo per rovinare tutto il lavoro fatto finora”. Dovremo, ha aggiunto il ministro, “imparare a convivere con il virus perchè il virus non scomparirà”.

Il giorno dopo Pasquetta, se i dati si confermeranno, ci potrebbe dunque già essere una qualche minima riapertura delle attività produttive (il primo step), mentre per riprendere a spostarsi e ad uscire di casa, pur tra mille precauzioni “perché il virus non è sconfitto”, bisognerà attendere almeno l’inizio di maggio.
La fase 2 è stata al centro del vertice tra il premier Giuseppe Conte, i ministri e il comitato Tecnico scientifico: una riunione nella quale, anche se non si sono fatte date per le possibili riaperture, sono stati delineati alcuni punti fermi, a partire dall’applicazione rigorosa di misure di distanziamento. La linea – sulla quale si sono trovati tutti d’accordo – è quella della “gradualità e prudenza” nelle scelte. Ecco perché il premier già nelle prossime ore, in vista della scadenza del dpcm del 13 aprile, vedrà i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, oltre alle Regioni, per decidere come allargare il novero delle attività consentite. Tra queste potrebbero esserci quelle connesse alle filiere alimentare, farmaceutica e sanitaria ma anche l’agricoltura, le aziende meccaniche, magari introducendo una sorta di ‘indice di rischio’ per i lavoratori: chi è più esposto dovrà utilizzare i dispositivi di protezione.

Entro venerdì Conte dovrebbe aver concluso gli incontri per poi procedere al nuovo Dpcm nella giornata di sabato. Già questa settimana, inoltre, dovrebbe esser pronto lo studio sui test sierologici: verrà effettuato su un campione Istat della popolazione di circa 200mila persone per avere quanto più chiara possibile la diffusione del virus nel nostro Paese. Test e tamponi per i quali serviranno linee chiare, osservano fonti governative, da parte del comitato tecnico scientifico.
Ma quando verrà consentito alla popolazione di uscire di casa con regolarità o, ad esempio, andare nei parchi?. Molto probabilmente non prima di maggio. E dovrebbe essere questo il secondo step. Una data possibile potrebbe essere quella del 4, per un motivo specifico: come per Pasqua – quando verranno aumentati i controlli di polizia e alcune Regioni stanno ipotizzando di chiudere intere zone agli ospiti che arrivano da fuori – c’è la necessità di evitare un ‘esodo’ nei weekend del 25 aprile e del 1 maggio. Ma è anche vero che più passa il tempo e più diventa difficile tenere le persone a casa, come dimostrano i numeri delle denunce, che continuano ad essere elevati: anche ieri oltre 10mila.