“Avevamo denunciato per tempo il problema, quando ancora il governo e la maggioranza di centrodestra potevano tornare indietro”, ora però è tardi: i tagli da Roma mettono i sindaci “di fronte alla dura realtà: meno risorse per servizi essenziali, aumenti delle tasse locali o tagli agli investimenti. È il federalismo al contrario di questo governo: l’autonomia promessa per anni si è impantanata, e l’unica autonomia reale concessa ai sindaci è di scegliere se penalizzare i cittadini con meno servizi o con più imposte”. Attacca così Andrea Martella, segretario del Pd veneto, davanti ai numeri che “confermano un impatto pesantissimo sui territori veneti”. L’Anci regionale ha stimato oltre 100 milioni di euro di tagli ai Comuni tra 2025 e 2029, “con effetti su ogni area della regione”. Nel Bellunese verranno a mancare sei milioni, nel Rodigino sette milioni, a Padova 21 milioni, a Vicenza oltre 18 milioni, nella Città metropolitana di Venezia 32 milioni.
“Risorse sottratte ai cittadini, alla manutenzione del territorio, alle politiche sociali, ai servizi educativi, ai trasporti locali”, ‘traduce’ Martella, ricordando che nelle ultime settimane l’allarme è stato rilanciato da sindaci di ogni orientamento politico. “Non è un problema di partiti: le amministrazioni locali sono lasciate sole a fronteggiare una situazione insostenibile. Il centrodestra regionale sapeva bene a cosa si sarebbe andati incontro, ma non ha mosso un dito per evitarlo”. Alla fine la manovra del governo “è una condanna per le comunità locali: i territori chiedono più strumenti per le sfide economiche, sociali e ambientali, la destra risponde con tagli lineari e indifferenziati, che colpiscono le realtà più fragili e compromettono la qualità della vita. Un altro tassello di una politica miope, che si proclama vicina ai territori ma li abbandona alle difficoltà quotidiane”, tira le somme Martella.
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