Il Veneto è la terza regione d’Italia per quantità di danaro giocato alle ‘slot machines’ e video lottery, con 1.244 a persona e tra i giocatori sono in aumento i giovanissimi, per i quali il gioco sarebbe addirittura vietato.

La nuova legge regionale non convince tutti e le opposizioni in Consiglio lamentano che i nuovi limiti siano più a favore che contro il gioco d’azzardo.

I giocatori sono circa 32.500 e quelli patologici che si rivolgono ai servizi pubblici per le dipendenze si stiamo siano tra i 3.200 e i 3.700.

I dati sono stati descritti da Manuela Lanzarin, assessore regionale a Sanità e Sociale, che ha anche spiegato la nuova legge approvata questa estate dal Consiglio veneto che prevede nuove norme in termini di paletti, stabilendo distanze minime, orari di apertura, aumento di tassazione IRAP e sanzioni, al fine di contrastare la piaga della ludopatia.

“Le dipendenze non sono causate solo dalle droghe, spesso ci si dimentica della piaga sociale causata dal gioco d’azzardo, che coinvolge adolescenti e adulti creando disastri anche nelle famiglie – ha spiegato Giovanni leoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia e vicepresidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici. Il disturbo da gioco d’azzardo patologico è un quadro di interesse sanitario, un fenomeno in preoccupante crescita, che ha visto quadruplicati i pazienti nel decennio tra il 2007 e il 2017 (dati CNR), e che tra le persone più a rischio vede gli anziani, sempre più gli over 80, e i giovanissimi, per cui il gioco sarebbe in realtà vietato”.

Secondo i dati, il gioco d’azzardo è praticato prevalentemente nelle sale da gioco, dal tabaccaio o nei bar e solo una minoranza si avvale dei giochi online.

“I 20 miliardi che lo stato italiano guadagna ogni anno andrebbero reinvestiti prioritariamente in attività di tipo sociale e sanitario – ha spiegato Leoni – Poco possiamo fare noi medici se poi le persone subiscono un bombardamento mediatico, come la pubblicità in tv, negativa e pervasiva, con notizie di vincite stratosferiche che attirano i giocatori ignari che le regole matematiche sono contro di loro come è stato dimostrato da Taxi 1729, un’associazione di comunicazione e formazione scientifica che ha usato i numeri per spiegare e smontare i fenomeni sociali durante le due giornate Venezia in Salute 2019”.

Le critiche alla legge regionale

Piero Ruzzante, consigliere di LeU, non condivide i nuovi limiti imposti dalla legge regionale.

“Il Veneto è un territorio ad alto rischio di e con la nuova legge il governo regionale ha rinunciato a limitare le distanze dei punti di gioco dai luoghi sensibili – ha sottolineato – Un favore alle lobby delle slot machine, un danno per la popolazione. La legge regionale non tutela le fasce deboli e in molti casi è più permissiva dei preesistenti regolamenti comunali. Dopo mesi di lavoro positivo della V commissione, il cambio di rotta della maggioranza ci rammarica enormemente. Le slot e le sale da gioco vicino a scuole, chiese, oratori, case di riposo, ospedali, ci rimarranno e continueranno ad essere un enorme rischio di invito all’azzardo. L’esperienza del Consiglio regionale piemontese ci ha testimoniato che agire sugli esercizi esistenti sia possibile, nel rispetto delle priorità sociali espresse dall’articolo 41 della costituzione. I dati lo confermano anche nei fatti, con una diminuzione del 10% delle giocate. Una chiara testimonianza di come una legge regionale possa essere efficace specialmente se si fanno scelte politiche coraggiose e determinate per la tutela di famiglie e cittadini”.

di Redazione Altovicentinonline

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