Se io fossi madre, moglie, figlia di un poliziotto, di un carabiniere, vivrei male questi tempi infami. Vivrei giorno dopo giorno come fosse l’ultimo quel saluto dell’uomo in divisa che esce da casa; vivrei male ogni squillo di telefono quando lui non c’è; vivrei male ogni servizio Tg che informa su disordini in strada, e so che lui è in quelle strade, a difendere l’ordine, la sicurezza; vivrei male una semplice registrazione che al suo cellulare recita: “l’utente non è disponibile, provi a richiamare”.

Oggi, è un altro di quei giorni in cui a Roma, a Palermo, ma anche nel resto d’Italia, si temono disordini tra fascisti e antifascisti. Un altro giorno in cui chi può si barrica in casa, mette al sicuro l’auto che normalmente parcheggia in strada e lascia che siano le forze dell’ordine a occuparsi di quei ‘pazzi’ che non si capisce cosa vogliono. Chi rimpiangono, dove pensano di arrivare scontrandosi come bestie senza cervello, senz’anima?

Una cosa è certa, stanno tentando di destabilizzare la democrazia, la libertà di esprimere un proprio ideale politico. E lo mistificano come fosse un disagio sociale, mentre sono loro stessi il vero ‘disagio sociale”.

Che poi va fatta una distinzione tra quelli che, in modo obsoleto, definiamo fascisti e antifascisti.

I primi sono riconosciuti all’unanimità come violenti, guerrafondai, razzisti, sbattuti in prima pagina, condannati dalle istituzioni. Insomma: sono FASCISTI e basta. I secondi no. Fateci caso, non hanno neanche un nome, sono semplicemente ANTIfascisti. Come bastasse quella radice a metterli al riparo da critiche e titoloni sui giornali. Sono generici, non hanno mandanti politici a smuovere la loro violenza. Sono quasi ‘costretti’ a fermare la violenza. E lo fanno usando la violenza. Nei loro confronti si adoperano strumenti di valutazione sociologica per capirne le ragioni del dissenso. I FASCISTI, invece, sono etichettati a vita: ora e per sempre. Anche uno solo, un folle come Luca Traini, rappresenta un pezzo di storia da dimenticare.

Tolleranza zero

Valutiamo gli ultimi avvenimenti. Se sono i fascisti a manifestare, gli ANTI arrivano in massa sulle piazze, si scontrano con l forze dell’ordine, vogliono impedire il comizio. Se sono gli ANTI a manifestare, invece, i fascisti li lasciano in pace.

Ma non erano i fascisti i prevaricatori, quelli che toglievano la libertà di pensiero, di espressione?

Oggi Roma e Palermo sono blindate, centinaia di poliziotti, di carabinieri, sono in assetto in difesa dell’ordine costituito. Nella capitale sono previsti tre cortei e due sit in. A Palermo, il momento più temuto è quello del comizio a Piazza Verdi di Roberto Fiore, leader nazionale del movimento e candidato alle elezioni di domenica prossima.

In tutto questo c’è da chiedersi: quanto questa violenza inciderà sul voto del 4 marzo?

Se fossi madre, moglie, figlia di un poliziotto, di un carabiniere, oggi vorrei che lui fosse uno dei 4 milioni di disoccupati di questa strana, folle, Italia.

di Patrizia Vita

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