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Fase 2. Algoritmo dirà se allentare le misure o tornare indietro

Le conseguenze della Fase 2? Fra tre giorni ci sarà un primo controllo sull’andamento della curva epidemiologica e nello stesso giorno si insedierà al Ministero della Salute un comitato scientifico per valutare sulla base di un algoritmo come procede la diffusione del virus regione per regione.

“In quella sede – fa sapere la Regione Lazio – si valuterà che cosa fare per ogni singola regione. Noi ci atterremo alle indicazioni del comitato”. Sulla base dei risultati, Ministero della Salute e Regioni decideranno se procedere a ulteriori allentamenti delle misure, oppure se fare un passo indietro.

Dal canto suo il Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, rispondendo in Commissione Affari Costituzionali, ha spiegato che “è previsto un inasprimento delle misure di contenimento in caso di fenomeni che dovessero rimarcare la ripartenza del virus”. Poi ha sottolineato che “è in atto un attento monitoraggio. Con i giusti comportamenti, tutti ci auguriamo che le misure vengano limitate al massimo e annullate”.

Le pressioni delle Regioni. E mentre si attende un primo verdetto sull’andamento della curva bella Fase 2, le Regioni vanno ancora in pressing per chiedere che già lunedì sia consentito ai negozi di riprendere le attività, ma il governo frena e ribadisce la linea: prima del 18 maggio non si riapre nulla, perché servono almeno due settimane per valutare gli effetti sulla curva del contagio dell’allentamento delle misure deciso con il Dpcm del 4 maggio.

Si è comunque raggiunto un compromesso, con l’esecutivo che anticiperà l’apertura di bar, ristoranti e parrucchieri al 18 maggio, giorno in cui, grazie al protocollo tra Governo e Cei, ripartiranno anche le messe. Sulla decisione finale però, l’ultima parola spetterà ai dati.
Le misure saranno allentate non in maniera uniforme a livello nazionale ma si interverrà su base regionale a seconda di quel che dicono i dati. Su questo, comunque, governo e regioni avrebbero trovato un ulteriore accordo: l’esecutivo – come chiesto dai governatori – sarebbe infatti disponibile a concedere dal 18 maggio in avanti una sorta di ‘liberalizzazione’ delle decisioni sulle riaperture successive.