Strascico da 30mila euro per gli ex parlamentari del Movimento 5 Stelle. Il leader batte cassa con gli intenti che effettivamente sono stati alla base della nascita del movimento: nessun privilegio economico per chi veniva eletto (per non più di due mandati). Ora Conte scava un solco ben avvertibile fra chi è restato fedele al Movimento e chi se n’è andato: il nuovo regolamento prevede che chi è ancora pentastellato versi il 20% dei circa 45mila euro ricevuto quale assegno di solidarietà, cioè il trattamento di fine rapporto ricevuto alla fine del mandato.
E chi invece ha aderito alla scissione? Come scrivono alcuni quotidiani italiani molto autorevoli, per loro saranno fatte valere le regole originarie: al movimento dovranno essere versati 30mila euro. Inoltre sono previste “azioni di recupero” per chi non salda. Per chi è ancora o entrerà nel Movimento resterà il criterio dell’auto-tassazione con nuove percentuali che vedono in calo le cosiddette “restituzioni” alla collettività: fatto salvo il tetto di 2.500 euro da versare, 2mila andranno al partito e 500 al partito, 500 alla collettività. Il fatto è che i parlamentari grillini sono drasticamente calati: ora sono 80 rispetto al record di quota 330 nel 2018.