Nel 2022% le imprese artigiane del Veneto rischiano di vedere la spesa per l’energia aumentare del 200%. È l’allarme lanciato da Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Veneto, che lo scorso 30 dicembre ha partecipato ad un incontro sul tema convocato dall’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan. “I nostri laboratori iniziano a rinunciare a prendere nuovi ordini (anche se in forte crescita in questi mesi) perché gli aumenti dei costi delle materie prime, tra le quali spiccano l’energia e il gas, sono impossibili da trasferire sulla committenza”, avverte Boschetto. Maggiormente penalizzate sono soprattutto le piccole e medie imprese artigiane che hanno contratti di fornitura di energia a tariffa indicizzata, che stanno risentendo pesantemente dell’aumento del costo di elettricità e gas.

Secondo le simulazioni relative agli aumenti nel 2022 elaborate dal Caem, consorzio di riferimento di Confartigianato Imprese Veneto per le forniture di energia elettrica e gas, “rispetto al 2021 un’azienda della plastica che utilizza annualmente 2,5 milioni di kWh avrà un aumento della spesa della materia prima del 289%, passando da 186.257 euro a 725.761 euro; un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh/anno subirà un aumento del 287%, passando da 88.034 euro a 341.320 euro. L’aumento per un’azienda della ceramica con 20.790 kWh annui sarà del 254%, passando da un costo materia prima di 1.798 euro a 6.372 euro, mentre con un consumo di gas di 1.921 metri cubi mensili l’aumento sarà del 358%, passando da un costo medio mensile di 436 euro a 2.076 euro. Un caseificio che consuma 594.462 KWh/anno avrà un aumento del 281%, con costi che passeranno da 42.225 euro a 160.864 euro, mentre per il gas a fronte di un consumo mensile di 20.112 metri cubi avrà un aumento del 398%, passando da una spesa media mensile di 4.188 euro a 20.882 euro. Un molino con 1.454.494 kWh annui passerà da un costo 99.338 euro l’anno a 388.615 euro l’anno, con un aumento del 291%”. L’intervento da parte del Governo deve quindi “andare ben oltre i 3,8 miliardi già messi a disposizione”, conclude Boschetto. “È il momento che tutti i soggetti pubblici, per quanto in loro potere, intervengano con formule di abbattimento dei costi energetici”.

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