“Siamo stanchi non ce la facciamo piu’. Nonostante i sacrifici, nonostante gli sforzi e le attenzioni per essere in regola, si passa in zona arancione. Si torna in una situazione che ci mette in ginocchio, tutti i nostri pubblici esercizi ma anche le attivita’ commerciali che soffriranno pur restando aperti”. Lo afferma il presidente di Confesercenti Veneto Centrale, Nicola Rossi, che descrive una “situazione gravissima”. Ora “e’ indispensabile passare dai ristori ai rimborsi, ma deve essere fatto subito. Tornare in arancione non colpisce solo chi chiude (pubblici esercizi) ma anche tutto il comparto commerciale delle nostre citta’. La situazione e’ veramente grave”, conclude Rossi.

Un grido d’allarme è stato lanciato sempre oggi da un altro settore che è alla canna del gas.

‘La Regione Veneto acceleri le operazioni di vaccinazione del personale sanitario e non sanitario degli stabilimenti termali e degli alberghi, cosi’ da gettare le basi per la ripartenza del settore “piu’ colpito dalla pandemia”. Lo chiede Riccardo Ruggiero, presidente del gruppo turismo di Assindustria Venetocentro (Avc), agli assessori regionali a Sviluppo economico, Turismo, Lavoro e Sanita’, Roberto Marcato, Federico Caner, Elena Donazzan e Manuela Lanzarin. “Dobbiamo essere percepiti come una meta sicura. Il Veneto si faccia apripista a livello nazionale e portavoce in Conferenza Stato-Regioni della necessita’ di dare un’accelerazione al piano vaccinale e al passaporto per gli immunizzati”, continua Ruggiero.

“La Pasqua era attesa come un momento di rilancio e invece portera’ altre perdite”, aggiunge Marco Maggia, referente alberghi termali di Avc e vicepesidente nazionale di Federterme Confindustria. “Oltre all’accelerazione della campagna vaccinale, il nostro settore attende il riconoscimento di aiuti e ristori urgenti non solo alle strutture chiuse in base ai codici Ateco, ma anche a tutte quelle formalmente aperte e pero’ colpite dal blocco degli spostamenti e dalla limitazione dei servizi interni agli hotel”, continua Maggia, che coglie l’invito della Regione a lavorare per una proposta di rilancio e propone per la riabilitazione in ambiente termale l’attuazione concreta dei bonus termali 2021 e della ricetta dematerializzata; un piu’ efficace utilizzo della tassa di soggiorno e l’eventuale detrazione del 26% per i soggiorni dedicati alle cure termali.

Secondo i dati diffusi da Assindustria Venetocentro nel 2020 il comparto termale Veneto-Euganeo ha visto 339.170 arrivi e 1,65 milioni di presenze, con una perdita di 490.085 visitatori (-59,1%) e di 2,8 milioni di pernottamenti (-66,1%) rispetto al 2019.
Sostanzialmente azzerata la componente estera, con una perdita di 209.408 ospiti stranieri (-82,4%) e di 1,46 milioni di pernottamenti (-81,3%). Piu’ contenuto ma altrettanto pesante il calo di italiani, con 280.677 ospiti in meno (-48,8%) e 1,34 milioni di presenze in meno (-55,4%).

Da lunedì, il Veneto sarà in zona arancione. Zaia: ‘Situazione preoccupante’

 

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