“Le azioni dei nostri leader sono un tradimento delle promesse e delle speranze dei giovani”, infatti si continuano a concedere “licenze petrolifere, a svolgere esplorazioni petrolifere, vergognosamente congratulandosi tra loro quando non raggiungono nemmeno il minimo livello dei fondi promessi” per aiutare i paesi in difficoltà. “Se questa è la vostra azione climatica allora non la vogliamo”, perché “portate giovani a eventi come questo pretendendo di convincerci che ci state ascoltando e invece non lo fate”. Greta Thunberg, giovane svedese attivista per il clima, lo dice partecipando alla Youth4Climate in corso al al MiCo di Milano.
“Guardate le statistiche, le emissioni aumentano, la scienza non mente”, dice Greta Thunberg, “stiamo accelerando nella direzione sbagliata”, infatti “solo il 2% dei fondi messi a disposizione dai governi per il recovery sono destinati alle energie pulite”, ma “la speranza non sono parole, speranza è agire, e noi, il popolo, vogliamo un futuro piu sicuro, vogliamo azione per il clima e giustizia climatica, e la vogliamo adesso”.
Le azioni per il clima “non sono solo una sfida ma l’occasione di avere un pianeta piu verde, servono lavori verdi, taglio delle emissioni al 2030 e neutralità climatica al 2050, non c’è un piano B… bla blah blah. Solo parole che suonano belle ma non portano azioni”, attacca Greta Thunberg, giovane svedese attivista per il clima, “portate i nostri sogni su promesse vuote”, con “anni e anni di parole vuote”, su “quello che i leader dicono di voler fare e non su quello che fanno”. Certo, prosegue Thunberg, “possiamo farcela, possiamo ancora farcela ma dobbiamo agire”, ma non ci riusciremo “finché ignoriamo l’equità e le emissioni storiche”, dei paesi più ricchi e più responsabili dell’emergenza climatica in atto, “finche ignoriamo le importazioni e la combustione di biomasse non andremo da nessuna parte” perché “la crisi climatica è solo un sintomo di una crisi piu ampia, quella della sostenibilità del consumismo, del colonialismo”, una conseguenza dello “sfruttare terre e risorse di altre popolazioni”.
400 giovani con Greta: ‘Bisogna ascoltare questi ragazzi’
E’ evidente che sul clima siamo a un punto di non ritorno e fa bene Greta a dire che l’azione dei nostri leader è inconsistente. La politica deve smetterla con i bla, bla, bla e ascoltare sul serio i giovani. Serve un movimento verde ad ampio raggio. Per affrontare il tema dell’ambiente nelle varie città non basta qualche lista ecologista alla bisogna, in campagna elettorale. Serve un progetto serio e strutturato, che non sia espressione solo di una parte politica, ma che parli a tutti indistintamente perché la difesa del nostro pianeta non ha colori”. È quanto afferma Stefano Pedica di Più Europa.
Il Ministro: ‘Non abbiamo un piano B: questi ragazzi saranno i futuri decisori’
Secondo il ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani, quello della Youth4Climate-Precop26 è “il primo esperimento di governo del futuro”. “Abbiamo accolto 8700 richieste di partecipare alla Precop, di queste sono state selezionate 400 persone da 189 nazioni”, sottolinea il ministro per la Transizione ecologica. “Questi ragazzi saranno i futuri decisori- continua- hanno due giorni per lavorare sui tavoli e faranno delle proposte.” Tra queste, spiega Cingolani, “le più interessanti verranno portate alla cop26.” Per quanto riguarda il contributo di Vanessa Nakate e Greta Thunberg, il ministro concorda sui punti sollevati dalle attiviste e sulla necessità di agire il prima possibile. “Entrambe- afferma- hanno fatto un parallelo molto chiaro: c’è il cambiamento climatico, ma questo è percepito in maniera diversa a seconda che si viva in uno Stato del G7 o in un Paese vulnerabile.” Per questo motivo, secondo l’esponente del governo Draghi è necessario che alla Precop26 giungano nuove proposte, “e i Paesi avanzati convergano sulle modalità d’azione.” Inoltre, il ministro evidenzia come, aldilà delle differenze comunicative tra giovani e politici impegnati sul clima, i concetti espressi siano gli stessi, “C’è una crisi di disuguaglianza globale che pesa su quella climatica.” A testimonianza di ciò, Cingolani cita il costo economico ed umanto causato pagato per la crisi ambientald: “Nel 2019 si contavano già 1.200 miliardi di dollari di danni e 400.000 morti dovuti al cambiamento climatico nell’ultima decade.” Una curva in continuo aumento, per cui, come evidenzia il ministro ricollegandosi al discorso di Greta, “occorre agire in fretta. Non c’è un piano B, non c’è un pianeta B- conclude Cingolani- e credo che il rispetto dell’accordo di Parigi sia un appuntamento che non possiamo mancare.
Agenzia Dire