di Patrizia Vita
Abbiamo tre donne, un uomo fantasma, due bambini strumentalizzati, varie, stranote, conduttrici Tv che abboccano all’esca, o almeno così pare, e una tra loro che, a mio parere, ha capito tutto da subito ma ci ha marciato alla grande per sollevare lo share delle sue trasmissioni.
Si parla, ahinoi, del caso Prati. Un caso partito come gossip ma poi sfociato nella cronaca, quella più becera e squallida , frutto di interessi, di vera miseria umana. Elementi che purtroppo attecchiscono in questa società in cui tutto ormai si muove attraverso il web.
Della vicenda, il finto matrimonio, ormai si sa tutto, dunque la descriverò sommariamente, mi soffermerò principalmente sulle varie figure che l’hanno chi creata, chi facilitato la diffusione.
Pamela Prati, soubrette ormai sessantenne che ama definirsi ‘artista’, anche se, chi ricorda la sua legnosità di movenze, i suoi disarticolati e stentati passi sul palcoscenico del ‘Bagaglino’ potrebbe smentirla facilmente. Era solo una ‘bona’, la Prati ( di quelle reali e non rifatte) con un fisico mozzafiato ma una faccia dai lineamenti talmente duri, marcati, che senza quel fisico e l’ondosità dei lunghi capelli, poteva essere scambiata per quella di un pugile. Da qualche anno, a parte una tempestosa partecipazione al ‘Grande Fratello’, era scomparsa dalle scene. Dicono abbia debiti e ha bisogno di fare cassa. E’ lei la punta d’iceberg di questa vicenda: il suo finto matrimonio con l’inesistente Mark Caltagirone.
Pamela Perricciolo, manager della più nota Pamela, titolare di un’agenzia che rappresenta artisti vari, dicono sia lei l’ideatrice dell’affaire Caltagirone. E’, tra le tre donne al centro della vicenda, quella che ha gestito la cosa da lontano; dopo brevi apparizioni in Tv ha capito che era meglio farsi da parte perché la corda stava per cedere. Si fa chiamare ‘Donna Pamela’, ma, a giudizio superficiale, di donna ha ben poco.
Eliana Michelazzo, socia d’agenzia di Pamela Perricciolo, ex estetista, esperta nel rifacimento unghie, ma anche nel tirarle fuori ( le sue) quando capisce che la faccenda s’è fatta seria e conviene fare ‘quella trascinata a forza’. Da impenitente ‘faccia da schiaffi’ passa alla versione “ sono anch’io una vittima”. E piange. Senza lacrime, abbassando il capo in segno di pentimento ( ma in realtà perche “le vien da ridere”) è convinta di poter continuare a infinocchiare gli italiani.
Lei, Michelazzo, ‘povera donna’, ha scoperto dopo 10 anni di ‘sentirsi’ sposata con tale Simone Coppi, uno che aveva più parenti importanti lui che Carlo d’Inghilterra. Un magistrato dell’antimafia minorile, Coppi, che – racconta sempre ‘la sposa bianca’ – viveva sottoscorta e non poteva farsi vedere in giro. Per questo, in 10 anni, lei non potè mai conoscerlo. Ma lo amava. Tanto tanto.
Tanto da rinunciare al sesso, quello vero, per 10 anni, con uomini veri che incontrava nella vita reale. Ma lei era la moglie dedita e fedele di un magistrato antimafia. Uno che poteva rischiare di morire di tritolo oggi sì e domani pure.
Le frasi celebri di Eliana Michelazzo
- “Per 10 anni ho creduto di essere sposata”
- “Ho fatto l’amore virtuale per 10 anni”
- “Sono stata plagiata da Pamela Prati”
E tutto questo, con quella faccia da volpe, lo dice in Tv, nella trasmissione serale di Barbara D’Urso, che fa l’indignata, quella che si è sentita “presa per il culo” ( parole sue) dal trio di donne, ma continua a ospitare la ‘sposa bianca’ e a invitare la ‘sposa mancata’ ( Pamela Prati). E Prati ci va, fa l’incazzata reticente, non dice neanche che ore sono se glielo si chiedesse, la butta tutta sul ‘privato’ ( una che per mesi ha fatto una ‘capa così’ sul suo ‘privato’) snobba pure il pubblico e spintona cameraman e telecamera. E il giorno dopo, la conduttrice ‘indignata’ è lì a controllare lo share che, senza il caso Prati, sarebbe stato quello degli inizi del programma: medio-basso.
Barbara D’Urso, dopo le tre organizzatrici della ‘truffa televisiva del secolo’, è quella che ha dato maggior propulsione alla squallida vicenda. Ok, lo ha fatto da mattatrice della Tv, per guadagnare in termini di ascolti, ma ha consentito un notevole ritorno economico a tre donne che hanno ordito un inganno ‘piscopatico’. Un inganno che, dati i tempi in cui il web impera, e i cretini pure, attecchisce come niente.
Lo dimostrano le cosiddette ‘truffe romantiche’ in cui donne o uomini di discutibile presenza fisica abboccano al richiamo sessual-romantico di fantomatici, bellissimi, rappresentanti del genere umano che li contattano su un social.
Ma come si fa a cascarci? Soprattutto quando l’altro è , ad esempio, un generale dei Marines, o il principe di Dubai, e chiede a te, attempata ‘casalinga di Voghera’, un sostegno economico. O ancora quando l’esca è una fantastica modella 25enne che dice di amare pazzamente te, proprio te, 60enne canuto e pure brutto.
E’ su questo tessuto social-demenziale che hanno intessuto la loro tela le tre donne, avendo persino il cinismo di mettere in mezzo pure dei bambini ( i famosi figli in affido) convinti di stare recitando una parte per uno spot pubblicitario.
E oggi, a pentola scoperchiata, il trio di donne se ne dice, vicendevolmente, di tutti i colori, scaricando l’una la colpa sull’altra. Senza che mai , nessuna tra loro, abbia avuto il coraggio di tacere e ritirarsi in buon ordine.
Ma lo consentirebbe Barbara D’Urso, che ci ha sguazzato per giorni su questa sgangherata vicenda che, si capiva sin da subito, era falsa come una banconota da 40mila euro?
Quarantamila euro: è la somma che- dicono- Pamela Prati avrebbe incassato da Mediaset per le sue ospitate. Ma Mediaset li rivuole.
Dice bene Aldo Grasso su Corriere Tv: “Il punto più basso della Tv negli ultimi decenni è stato raggiunto con il caso di Pamela Prati”.