“Sono favorevole all’autonomia, ma solo se rispetta il dettato costituzionale. La Costituzione prevede la facoltà delle regioni di chiedere la gestione diretta di alcune materie” ma con “l’obbligo di finanziare i Lep e di istituire un fondo di perequazione per i territori con minore capacità fiscale. Ecco, io credo che la bozza di Calderoli non rispetti la Costituzione e sia da respingere. Perché porterebbe al caos e consegnerebbe ai nostri figli un’Italia divisa, soprattutto in settori fondamentali come l’istruzione, la sanità, i trasporti”, con “i cittadini trattati in maniera diversa in base al luogo in cui nascono”. Lo dice Mara Carfagna, presidente di Azione, in un’intervista ad Huffington Post. “Più che dare seguito all’autonomia per come disegnata da Calderoli- aggiunge- un centrodestra serio dovrebbe pensare a cambiare la maldestra riforma del Titolo V, voluta dal centrosinistra e passata con pochi voti di scarto. Vorrei ricordare che i partiti di centrodestra, Lega compresa, chiesero di votare no a quella modifica della Costituzione. Ci sono materie, come i rapporti con l’Ue, il commercio con l’estero, la sanità, l’istruzione, i trasporti, l’energia, che dovrebbero rimanere di competenza statale, contrariamente a quanto ha previsto la riforma voluta dal centrosinistra. Noi di Azione presenteremo una proposta di riforma costituzionale che vada in questo senso, perché è impensabile la cedibilità alle regioni di determinate materie”.
“I Lep – prosegue Carfagna ad HuffPost – vanno definiti, certo, ma anche finanziati. E per definirli esiste già la commissione tecnica fabbisogni standard del Mef. La bozza di Calderoli, invece, butta la palla in tribuna: è stata creata una cabina di regia per definire i livelli essenziali delle prestazioni, senza alcuno stanziamento. Servono i fondi, le segreterie e le cabine di regia su questo tema servono a poco. Io mi chiedo come la premier Meloni possa citare Garibaldi -‘qui o si fa l’Italia o si muore’-, esaltare l’unità d’Italia e poi appoggiare un progetto che ci riporta al tempo dei ducati. E che penalizza una parte del Paese”. “Avallare la riforma della Lega, un partito che al Sud quasi non esiste e che al Nord è in forte difficoltà, è un azzardo anche per Fratelli d’Italia – conclude -. Perché l’autonomia differenziata, così come è stata scritta, porterebbe a uno strappo dell’unità nazionale. E sarebbe un problema anche per gli elettori del partito della premier”.