L’Aula della Camera, con 53 voti di differenza, ha bocciato lo stralcio, presentato da Avs, della norma all’articolo 18 che contiene la stretta sulla cannabis light dal ddl sicurezza. Le novità introdotte dall’articolo 18, dunque, tra cui il divieto di importare, lavorare e vendere le infiorescenze di canapa (anche in forma di olii essenziali), non verranno meno. Con una votazione successiva, la maggioranza ha bocciato anche gli emendamenti soppressivi delle opposizioni. Sul piede di guerra Angelo Bonelli di Avs: “Il governo lascia senza lavoro 30.000 persone che lavorano nel nostro paese la cannabis light“.
La decisione di non ritoccare l’articolo 18 del ddl sicurezza arriva nonostante ieri il Tar del Lazio abbia sospeso il decreto del ministero della Salute dello scorso 27 giugno che prevedeva una netta stretta sulla cannabis.
COSA PREVEDE L’ARTICOLO 18
La norma sulla cannabis light, contenuta nell’articolo 18 del ddl sicurezza, e approvata dall’Aula della Camera, modifica la disciplina relativa al sostegno e alla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa (legge 2 dicembre 2016, n. 242) “al fine di evitare – si legge – che l’assunzione di prodotti costituiti da infiorescenze di canapa (Cannabis sativa L.) o contenenti tali infiorescenze possa favorire, attraverso alterazioni dello stato psicofisico del soggetto assuntore, comportamenti che espongano a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica ovvero la sicurezza stradale”.
Tra le modifiche introdotte, in particolare, il divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa (Cannabis sativa L.), anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da esse derivati. Si prevede che, in tali ipotesi, si applicano le sanzioni previste al Titolo VIII del D.P.R. n. 309/1990 in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza.
L’OPPOSIZIONE: “FURORE IDEOLOGICO”
Le minoranze denunciano “il furore ideologico” del governo “che equipara” la canapa alle droghe e parlano di “accanimento proibizionistico”. “Così fate morire un’intera filiera, mettete a rischio centinaia di posti di lavoro e imprese“, hanno ripetuto a più voci chiedendo di ascoltare l’appello degli imprenditori del settore. Il presentatore della proposta di stralcio, Marco Grimaldi, rivolgendosi al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, presente in Aula, ha detto: “Invece di criminalizzare gli imprenditori dovreste prendervela con le mafie che hanno l’unico monopolio”.
Debora Serracchiani sottolineando che il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida non è presente in Aula, chiede che si coinvolga il suo dicastero per un approfondimento sulla norma rinviando la votazione. “Accantoniamo alla prossima settimana – ha detto l’esponente Pd – e poi possiamo valutare”.
BONELLI: “GOVERNO METTE FUORI LEGGE ASSET PRODUTTIVO 30MILA LAVORATORI”
“Il Governo Meloni mette fuori legge un asset produttivo del nostro Paese lasciando senza lavoro 30.000 persone che lavorano nel nostro paese la cannabis light. Il ministro Nordio non spiega come sia possibile rendere illegale un settore produttivo che è legale in Europa che lavora la cannabis light mentre il TAR del Lazio ha stabilito che questa sostanza non è uno stupefacente. Il governo con questa norma viola il diritto Europeo, le sentenze della Corte di Giustizia e sarà dichiarata incostituzionale. Sì sta rendendo illegale un settore produttivo che con questa legge gli operatori verranno trattati come narcos. Il proibizionismo non è la strada da percorrere. Il governo ha scelto di schiantarsi contro il diritto europeo. Chi oggi festeggerà le scelte di questo governo sono sicuramente le mafie, che brindano perché un pezzo importante di economia va nell’illegalità”. A dichiararlo è il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.
IMPRENDITORI SETTORE A FDI: “NON È DROGA, NON HA EFFETTI STUPEFACENTI”
L’associazione Imprenditori Canapa Italia (ICI) replica al deputato di Fratelli d’Italia Marco Cerreto affermando che: “Le nostre aziende hanno sempre operato nel pieno rispetto della Legge 242/2016, la quale, all’articolo 2, punto g), consente espressamente la coltivazione di canapa per scopi florovivaistici, inclusa la produzione di fiori secchi recisi. Il fiore di canapa, essendo una parte naturale della pianta, è fondamentale anche per le coltivazioni destinate alle altre finalità previste dalla legge 242. Vietare tutte le attività legate alle infiorescenze, inclusa la loro detenzione, equivale di fatto a impedire la coltivazione stessa della canapa, andando ben oltre gli intenti dichiarati. La normativa attuale consente chiaramente la produzione e l’uso del fiore per scopi florovivaistici, ed è sbagliato e fuorviante limitarsi a considerare la commercializzazione del fiore solo in forma fresca”.
Inoltre, per ICI “è altrettanto fuorviante parlare di ‘droga’ in riferimento a un prodotto privo di effetti stupefacenti, come riconosciuto da tutti i principali organi internazionali, inclusi l’OMS, regolamenti e sentenze europee e un’ampia letteratura scientifica. Il CBD e le infiorescenze di canapa non hanno effetti psicotropi e la loro regolamentazione dovrebbe riflettere le evidenze scientifiche e le direttive internazionali”.