a cura dell’avvocato Miria Fattambrini
Il triste copione si ripete: siamo a Palermo, è la sera dell’11 novembre e due genitori rientrano a casa e si trovano dinnanzi al lutto più grande: il figlio di 13 anni esanime. Un suicidio sul quale la Procura ha aperto un fascicolo e sta indagando in quanto sembra che il ragazzo fosse vittima di pesanti attacchi denigratori da parte dei coetanei per il suo orientamento sessuale.
E ancora, è di oggi la notizia di insulti, sputi e altri atti denigratori nei confronti di un minorenne portatore di handicap, a cui gli indagati avrebbero perfino urinato sul corpo, costringendolo a subire aggressioni e violenze verbali e fisiche come la palpazione dei genitali. Alcuni episodi sarebbero stati anche ripresi con degli smartphone. Ad indagare su quanto accaduto in provincia di Napoli i carabinieri della tenenza di Sant’Antimo che hanno eseguito ordinanze applicative di misura cautelare, emesse su richiesta della procura di Napoli Nord e della procura per i minorenni di Napoli, nei confronti di tre ragazzi, uno dei quali minorenne all’epoca dei fatti, compagni di scuola della vittima. Sono gravemente indiziati, in concorso tra loro e a vario titolo, di atti persecutori e violenza sessuale di gruppo in danno di un minore, con l’aggravante di aver agito approfittando della debolezza psichica e del ritardo cognitivo della vittima. I fatti sarebbero avvenuti lo scorso marzo ma sono emersi solo di recente, in seguito al successivo intervento della madre della vittima, che si è rivolta ai carabinieri di Sant’Antimo, attivando così le investigazioni dirette dalle due procure.
La misura è colma
Il cyberbullismo e il bullismo, la piaga della nostra collettività, fotografia di una società ove dilaga la non-cultura e domina la scarsa tolleranza, la non accettazione verso chi è ritenuto diverso per religione, etnia, per caratteristiche psicofisiche, per orientamento sessuale.
Si tratta di fenomeni che hanno raggiunto un’ampia e (triste) diffusione e che da studi condotti a livello internazionale dalla HBSC (Health Behaviour in School – aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare) a cui l’Italia partecipa, colpiscono ragazzi prevalentemente in età pre-adolescenziale e adolescenziale e che si estrinsecano per di più all’interno delle strutture scolastiche.
Ed è proprio dalla scuola, in sinergia con le famiglie, che deve ripartire l’attività di prevenzione ed educazione.
Il dettato normativo vigente (legge n. 71 del 2017 per contrastare il cyberbullismo; decreto ministeriale n. 18 del 13 gennaio 2021 che dà indicazioni al Dirigenti e a tutto il personale scolastico su come contrastare i fenomeni del bullismo e la Legge 234 del 2021 con la quale vengono assegnati fondi agli Uffici scolastici per contrastare il fenomeno del cyberbullismo) da sempre riconosce il ruolo centrale ricoperto dalla scuola nel fronteggiare il fenomeno.
Ora finalmente è stato fatto un passo in avanti: è approdato al Senato (approvato all’unanimità alla Camera) il testo unificato delle tre proposte di legge per contrastare il bullismo che prevede l’estensione della normativa sul cyberbullismo anche al bullismo. Il nuovo testo di legge attribuisce un ruolo ancora più incisivo al Dirigente scolastico, prevede la creazione di un codice interno ad ogni istituto scolastico, servizi di sostegno psicologico e propone per la prima volta una norma che identifica la fattispecie del bullismo configurandolo come un reato specifico senza tralasciare il ruolo rieducativo e riparativo cui la condanna deve sempre essere improntata.
Confidiamo, quindi, che il passaggio al Senato sia rapido e che il testo di legge venga approvato in tempi rapidi favorendo o quantomeno contribuendo a contrastare il fenomeno dilagante del bullismo.
Vogliamo però concludere con una nota positiva: specularmente ad una società “guasta” vi è una società di ragazzi e ragazze con un vissuto valoriale espressione concreta della volontà di avere un mondo migliore, vogliamo credere e crediamo che via siano tanti giovani capaci di intervenire per assicurare un mondo più giusto, alla pari di Willy Monteiro Duart