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Bufale e vaccini: la tempesta perfetta, nel momento sbagliato. Su WhatsApp le catene che fanno danni

Ancora una volta la macchina delle bufale impatta con l’attualità e incrocia la strada dei vaccini. Non bastavano i pur legittimi timori di milioni di italiani alle prese con la necessità di potersi vaccinare quanto prima per raggiungere presto la tanto agognata ‘normalità’: a infierire sulle fragilità di gente sempre più stremata da un tunnel emergenziale che pare non avere fine, ci si mettono pure i ‘bufalari’ professionisti, la peggior specie di avvoltoi del web che non si fanno la benchè minima remora pur di acchiappare qualche like o favorire la crescita di qualche pagina social o forse ancora vivere quella ribalta che la loro mediocrità non gli potrebbe mai regalare.

L’ultima vergognosa bugia, è stata confezionata per girare soprattutto tramite WhatsApp: negli ultimi giorni soprattutto nella più famosa piattaforma messaggistica infatti sta circolando molto un messaggio sul cosiddetto fenomeno ADE dopo il vaccino Covid che, proprio secondo la nota, sarebbe responsabile di alcune morti dopo la prima somministrazione prevista dal piano vaccinale. In poche parole, stando alla fake news, chi avrebbe già sviluppato gli anticorpi dopo il Covid 19 (sia se asintomatico che sintomatico durante l’infezione), producendo dopo il vaccino nuovi anticorpi, sarebbe particolarmente esposto a casi di infarto ed embolia.

A rendere più appetibile la menzogna diventata ben presto virale grazie a migliaia di condivisioni, viene citata una fonte autorevole – il cardiologo Fabrizio Salvucci – che interpellato a riguardo ha prontamente smentito la veridicità di tali affermazioni che di fatto non trovano alcun fondamento nella realtà. Smentite arrivate anche dal noto virologo del San Raffaele Roberto Burioni, intervenuto direttamente dal suo account Twitter: “Gira questa scemenza senza senso che dimostra solo una cosa: la totale ignoranza di chi l’ha scritta e di chi la diffonde”. Lapidario, ma chiaro.

Come deve essere chiaro che se una colpa certa ce l’ha chi mette in rete queste fandonie foriere solo di disagio e ansia in un contesto già fortemente compromesso, è altrettanto evidente che la cassa di amplificazione fornita da tanti utenti pronti a ri-postare in maniera acritica ogni sparata, non può ritenersi esente da responsabilità.

Marco Zorzi