di Arianna Mandolfo
La gratitudine non passa mai di moda ed è necessaria per sviluppare noi stessi e il nostro rapporto con gli altri. Studi di psicologi come Seligman e Emmons hanno dimostrato che la gratitudine è un elemento chiave per la felicità e il benessere di una persona. La gratitudine è una forma di amore lanciata in questo universo distratto e solo chi sa darne il giusto significato sarà capace di andare oltre. Tutto ciò sorge da una maturità affettiva nei confronti della vita; pertanto sta a noi decidere di rivoluzionare le nostre vite, impegnandoci a ricercare gioia e felicità, oppure di volere rimanere in una condizione statica di sofferenza che sfuma in amarezza e scoraggiamento.
La gratitudine è la voglia di percorrere un sentiero amico estremamente generoso e carico di energia. È bello essere grati per i meravigliosi miracoli che il pianeta ogni giorno ci mette a disposizione: il sorgere del sole, la bellezza di un tramonto, il rumore dell’infrangersi delle onde, un cielo stellato, il profumo della pioggia, il sorriso di un bambino.
Se solo riuscissimo a interconnetterci con la bellezza generosa della natura, avremmo compreso cosa vuol dire essere grati. Dopo la fase pandemica che ci ha obbligati all’impotenza, molti hanno compreso che ogni giorno è una nuova benedizione, attraverso l’opportunità di scoprire svariati orizzonti dentro e fuori di noi.
Spesso, però, presi dal confuso tran tran quotidiano, diamo per scontato tutto quello che ci circonda. Soltanto quando perdiamo un affetto, un amico, un amore, ci rendiamo conto che non siamo stati mai all’altezza di ciò che avevamo e non abbiamo saputo apprezzare.
La delusione crea dentro di noi un muro di amarezza, ansia, tormento, muta violenza e compromette il sistema di relazioni. Addentrarsi nei meandri della gratitudine significa imparare a dire “grazie” per apprezzare le fondamentali verità: si diventa co-autori del proprio benessere e creatori della nostra meravigliosa esistenza. In alcuni momenti della vita, si prova la sensazione di precipitare in un enorme burrone che ci disorienta, mentre la gratitudine rappresenta l’unica modalità che ci fa ritrovare la via maestra. La vita rappresenta il più affascinante labirinto: chi riconosce la gratitudine sa trovare il giusto percorso che ci riconduce a stare bene con noi stessi e con gli altri.
Tuttavia occorre coraggio ad avere gratitudine, perché oggi prevale il trend del gratuito lamento, l’autolesionismo e il vittimismo generalizzato. Il non voler vedere per non voler capire è più comodo. Sorge la paura della disapprovazione, del fallimento, dell’errore, dell’indifferenza. Si permane in un ruolo statico, involutivo, condannato a un limbo emotivo. Questa tossicità non ci garantisce di fare un bilancio della propria esistenza, non troviamo mai il coraggio di cambiare. Il grato va controcorrente perché riesce a disinnescare questo terribile marchingegno e ha la forza di credere in se stesso, transitando ogni giorno nella bellezza dell’esistenza. Occorre partire dalle piccole cose per arrivare a noi stessi. Questo è l’augurio che la nostra Befana possa fare a tutti noi!