Il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha convocato la Consulta del Veneto per l’Autonomia, che si riunirà domani, martedì 5 marzo, alle 10 nella Sala Polifunzionale di Palazzo Grandi Stazioni a Venezia.
All’ordine del giorno dell’Organismo, un aggiornamento complessivo sullo stato del percorso per l’acquisizione dell’autonomia differenziata e sulla proposta di Intesa con il Governo.
Della Consulta fanno parte tutte le rappresentanze della società veneta: gli Enti Locali, le Associazioni imprenditoriali ed economiche, il mondo della cooperazione, i sindacati, i rappresentanti del terzo settore, le Università.
L’ufficio stampa della Giunta regionale del Veneto tramette una nota del prof. Mario Bertolissi, membro della delegazione trattante per l’autonomia differenziata della Regione del Veneto.
“Ci si è chiesti e ci si sta chiedendo, da più parti, quale sia il ruolo, assegnato dalla Costituzione al Parlamento, nell’ambito della procedura, prevista dall’art. 116, 3° co., Cost., relativa all’autonomia differenziata, chiesta innanzitutto dalla Regione Veneto.
Per rispondere al quesito, è necessario premettere le seguenti considerazioni: 1) l’art. 116, 3°co., Cost., dispone che il trasferimento di ulteriori funzioni e risorse avvenga “sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata”. Stato, in questo contesto, equivale a Governo, essendo riservato alle Camere il compito di approvare la legge, che recepisce l’intesa, “a maggioranza assoluta”; 2) certo, il Parlamento deve poter esercitare un potere sostanziale, di natura politica. Tuttavia, è bene non dimenticare che la sua asserita centralità è stata sconfessata, ripetutamente, dalle più diverse maggioranze parlamentari: da qui una ragione di sospetto a proposito della tesi di quanti lo vogliono ora senz’altro protagonista. Infatti, c’è chi ha dichiarato che “Bisogna fermare il treno!”: impedire che Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna ottengano quel che la Costituzione consente; 3) in passato, il richiamo alla Costituzione è servito, il più delle volte, a neutralizzare le migliori intenzioni. E quando ha provveduto addirittura il Parlamento, con la legge costituzionale n. 3/2001, il Giudice delle leggi si è incaricato di depotenziare la riforma, in senso antiautonomistico.
Si potrebbe continuare. Ma è bene essere chiari. Esiste un equilibrio, da rispettare, che riguarda, da un lato, il ruolo del binomio Governo-Parlamento e, dall’altro, quello della Regione.
Il meccanismo dell’intesa rende la legge parlamentare di approvazione rafforzata. E’ indispensabile, allora, che il procedimento legislativo conservi i caratteri stabiliti dall’art. 116, 3°co., Cost., che differiscono da quelli ordinari di approvazione di una legge. Con questa conseguenza: se, nell’ambito del procedimento normale, il Parlamento detta le norme di principio e quelle di dettaglio, articolo per articolo, nel procedimento rafforzato, il suo compito si risolve nell’indicare gli enunciati più generali e programmatici, di indirizzo, connessi ai principi costituzionali implicati. Il che esclude facoltà emendative, che potrebbero favorire, piuttosto che buona fede e correttezza, un deleterio ostruzionismo: come è accaduto, finora, assai di frequente in passato.
In breve: il Parlamento discute la bozza di intesa ad esso sottoposta; dà, ove occorra, le proprie indicazioni di massima; Governo e Regione elaborano il testo finale; il Parlamento provvede a maggioranza assoluta”.
a cura dell’Ufficio Stampa della Regione Veneto