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Astensionismo, una vera malattia. La politica cerca soluzioni per riportare la gente alle urne

Semplificare il voto agli elettori con l’election pass e l’election day. Sono alcune delle proposte contenute nel Libro bianco stilato dalla Commissione di esperti per indagare le cause dell’astensionismo, istituita il 21 dicembre 2021 dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà.

Il Libro bianco individua le condizioni necessarie per disinnescare le cause dell’astensionismo involontario, garantendo al tempo stesso libertà, personalità e segretezza del voto. Si tratta della digitalizzazione della tessera e delle liste elettorali (election pass) e della concentrazione delle scadenze elettorali in due soli appuntamenti annuali (election day).

COSA È L’ELECTION PASS

L’election pass consiste in un certificato elettorale digitale in sostituzione delle tessere elettorali cartacee, utilizzando la tecnologia ampiamente sperimentata con il green pass. L’election pass potrà essere scaricato sul proprio smartphone o stampato e sarà verificato in tempo reale al seggio attraverso una apposita app: i cittadini non dovranno più preoccuparsi dello smarrimento della loro tessera elettorale, né di rinnovarla una volta esaurita.

L’IPOTESI DEL VOTO ANTICIPATO PRESIDIATO

Inoltre, l’election pass potrebbe rendere facilmente praticabili nuove modalità di espressione del voto, in particolare il voto anticipato presidiato presso strutture autorizzate o il voto presso un altro seggio nel giorno delle elezioni (all’interno della stessa circoscrizione/collegio).

Per favorire la partecipazione elettorale si propone anche il voto anticipato presidiato: una modalità di espressione del voto che è in grado di intervenire efficacemente sulle cause che sono alla base dell’astensionismo involontario. Esso consentirebbe, infatti, all’elettore che prevedesse di avere difficoltà a recarsi al seggio nei giorni previsti per la votazione di potere esercitare il suo diritto di voto nei giorni precedenti l’election day in qualunque parte del territorio nazionale, senza alcuna richiesta di documentazione, ma con le garanzie di libertà, personalità e segretezza, proprie del tradizionale procedimento elettorale.

La proposta prevede che il voto avvenga in apposite cabine elettorali collocate presso gli uffici postali (che hanno una diffusione capillare sul territorio) e, eventualmente, presso altri uffici pubblici come gli uffici comunali o circoscrizionali. Il presupposto è l’introduzione del certificato elettorale digitale (election pass), che escluderebbe in radice la possibilità di un doppio voto. Grazie ad una apposita app, il funzionario incaricato potrà accertare il diritto dell’elettore al voto e identificare il seggio elettorale di residenza dell’interessato.

La stessa app consentirà all’incaricato dell’Ufficio abilitato di provvedere, seduta stante, alla stampa delle schede elettorali associate all’elettore per la specifica tornata elettorale. Attraverso una apposita procedura, il voto espresso dall’elettore sarà inserito in apposite buste e spedito al seggio “naturale” dell’elettore, affinché sia scrutinato insieme agli altri voti espressi nel seggio.

VOTARE IN SEGGI DIVERSI DAL PROPRIO

Per quanto riguarda il voto in un seggio diverso nel giorno delle elezioni, sarebbe molto utile consentire il voto, nel giorno delle elezioni, in seggi diversi dal proprio, purché collocati nella stessa circoscrizione o collegio elettorale. Si pensi alla possibilità per gli anziani e disabili di recarsi a votare in seggi privi delle barriere architettoniche. Grazie all’introduzione dell’election pass, all’elettore basterà esibire il certificato elettorale digitale per essere identificato, l’avvenuta votazione sarà registrata elettronicamente in modo da impedire la possibilità di un doppio voto.

I VANTAGGI DEI DUE ELECTION DAY ANNUALI

La concentrazione delle date di voto dei diversi tipi di elezioni (election day) rappresenta invece uno strumento essenziale per favorire la partecipazione dei cittadini al voto e ha effetti positivi sulla riduzione dei costi e dei disagi per le famiglie, determinati dalle interruzioni delle attività didattiche. Il sistema che si propone prevede, infatti, due “appuntamenti” elettorali all’anno, predeterminati, uno in primavera e uno in autunno.

GLI ASTENUTI “INVOLONTARI”

Sono 4.2 milioni gli over 65 in Italia che hanno difficoltà di mobilità, di cui 2,8 milioni hanno gravi difficoltà di movimento, tali da non poterli far partecipare al voto. Sono stimati invece in 4,9 milioni gli elettori che svolgono la propria attività lavorativa o frequentano corsi di studio scolastici o universitari in luoghi diversi dalla Provincia o Città metropolitana di residenza. Di questi, sono 1,9 milioni quelli che per rientrare al luogo di residenza attraverso la rete stradale impiegherebbero oltre 4 ore (tra andata e ritorno). Sono solo alcuni dei dati relatiti all’astensionismo ‘involontario’ emersi dal Libro bianco stilato dalla Commissione di esperti per indagare le cause dell’astensionismo.

L’ASTENSIONISMO APPARENTE

Oltre all’astensionismo involontario c’è quello volontario (protesta 15-20% e indifferenza 10-15%). Il Libro bianco ha focalizzato l’attenzione pure sull’astensionismo apparente, in larga misura legato all’incidenza degli elettori iscritti all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) sul calcolo delle percentuali di affluenza al voto. Gli elettori residenti all’estero iscritti all’Aire, infatti, nelle elezioni politiche votano per corrispondenza nella Circoscrizione Estero, mentre nelle elezioni regionali e amministrative sono elettori del Comune di ultima residenza della famiglia (anche dei nonni e dei bisnonni).

Per quanto riguarda la dimensione del fenomeno dell’astensionismo apparente, nelle più recenti elezioni comunali nei capoluoghi di Regione la partecipazione reale al voto risulta essere quasi il 5% più alta di quella apparente, unicamente in ragione del conteggio degli iscritti all’Aire nel corpo elettorale di quei Comuni. La divergenza tra astensionismo reale e apparente è particolarmente evidente in migliaia di Comuni piccoli (sotto i 15mila abitanti); in questi ultimi, peraltro, l’astensionismo apparente può avere effetti molto importanti, considerato il quorum del 50% per la validità delle elezioni, nel caso (non infrequente nei piccoli Comuni) in cui sia stata presentata una sola lista. Va infine considerato che gli elettori iscritti all’Aire sono passati da 2.353.000 del 2001 ai 5.486.000 del 2020.

I membri della Commissione, che hanno lavorato a titolo gratuito, sono: Franco Bassanini, professore e costituzionalista che ha coordinato i lavori, Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’ISTAT, la ricercatrice Alessandra Ferrara dell’Istat, Leonardo Morlino, professore di Scienza della politica, Paolo Feltrin, politologo ed esperto in materia elettorale, Cristina De Cesare, consigliera della Camera dei Deputati, Adriana Apostoli ed Elisabetta Lamarque, professoresse di diritto costituzionale, Antonio Floridia, già presidente della Società Italiana di Studi Elettorali, il prefetto Fabrizio Orano, direttore del Ministero dell’Interno, Paolo Donzelli, consigliere della Presidenza del Consiglio dei Ministri presso il Dipartimento per la trasformazione digitale. Ad essi si sono aggiunti alcuni componenti del Gabinetto del ministro e del Dipartimento per le riforme istituzionali della Presidenza del Consiglio.

D’INCÀ: “PARTECIPAZIONE IN CONTINUO CALO, È SINTOMO DI UNA MALATTIA”

“Alle elezioni che ci sono state in autunno la partecipazione era del 54% ma se pensiamo alle suppletive di Roma di gennaio 2022 c’è stato un 88% di persone che non hanno votato nel collegio Roma 1. Questo è emblematico della problematica sociale che stiamo affrontando in questo momento, è il sintomo di una malattia”. Così il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, partecipando alla presentazione del Libro bianco ‘Per la partecipazione dei cittadini. Come ridurre l’astensionismo e favorire il voto’.

La partecipazione “dimostra sempre di più una maggiore riduzione nel corso del tempo”. Nel 1948 la partecipazione alle politiche era al 92-94%, nel 2018 la partecipazione era di appena sotto il 73%, per le europee passiamo dall’86% nel 1979 al 56,1% di partecipazione nel 2019. “Parliamo di un trend in continuo calo”, conclude D’Incà.