Le mani di Fratelli d’Italia sul Veneto. Ormai non è più un mistero. Ci sono due Regioni che possono essere ritenute due feudi della Lega e, dal cui governo, dipende l’esistenza stessa del partito fondato da Umberto Bossi. Sono la Lombardia, dove il Bossi ha dato vita al suo sogno secessionista,  poi annacquato nella ricerca di più autonomia regionale,  e il Veneto, fortino di consensi che, nell’ultimo decennio, è stato amministrato dal governatore più amato d’Italia Luca Zaia, che ha avuto oltre il 75% dei consensi alle ultime regionali.

Il presidente leghista, come è risaputo, non potrà ambire ad un terzo mandato alle elezioni del prossimo anno. Fratelli d’Italia da mesi ha puntato la Regione, anche perché  nonostante la leadership nella coalizione di centrodestra, non amministra nessun territorio del Nord Italia. L’altro giorno, è stato Ignazio La Russa a confermare le mire di Fratelli d’Italia: “Premesso che stimo molto Zaia, è assolutamente plausibile che il prossimo candidato alla Regione non sia leghista, ma di Fratelli d’Italia”. Anche perché, ha sottolineato il presidente del Senato durante il tradizionale saluto natalizio con la stampa parlamentare, il suo partito “ha superato abbondantemente il 30 per cento dei consensi in quella Regione”. Poi La Russa ha proseguito:”La cosa più importante è che non avvenga una sorta di baratto con Lombardia, Sicilia o Campania, ma che il candidato sia sempre espressione di una valutazione che parta dal territorio e poi benedetta a livello nazionale”.

E sull’eventuale candidatura di Elena Donazzan, lei ha sempre dichiarato: “Io per il post Zaia in Veneto? È il mio sogno”

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