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Allarme Pfas. L’opposizione alla Regione Veneto in coro: ‘Si convochi consiglio straordinario’

La Consigliera regionale Cristina Guarda è la proponente e prima firmataria di una richiesta di convocazione di un Consiglio regionale straordinario sull’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) nelle acque superficiali e sotterranee nel territorio di quattro province venete. In appoggio alla richiesta, tutti i consiglieri regionali dei gruppi di minoranza del Consiglio Veneto: Civiche, Pd, tosiani e M5S.

 

“La Giunta – spiega Cristina Guarda – deve rendere noti tutti i passaggi e le scelte che ha fatto e sta facendo in merito alla questione PFAS. Invece fino ad ora non l’ha fatto. Uno degli strumenti a disposizione del Consigliere Regionale, per l’espletamento del proprio lavoro, è il Consiglio straordinario. Ho deciso di richiederlo perché ritengo che la Giunta non possa continuare ad agire da sola sul tema PFAS, senza confrontarsi con il Consiglio Regionale e tenendolo all’oscuro delle azioni intraprese e delle pianificazioni future. Questo causa spesso la diffusione di notizie non coerenti, confuse e di facile manipolazione politica”.

 

“Serve urgentemente un’azione politica – continua Cristina Guarda -, perché dal marzo 2013, quando i dati delle prime analisi sulla presenza dei PFAS giungevano dal Ministero della Salute alla Regione Veneto, sono ormai passati tre anni. Pochi se li consideriamo nel senso stretto del termine, troppi se di mezzo c’è la salute della popolazione e l’ambiente. Con il Consiglio Straordinario voglio dunque far presente alla Giunta e al Presidente Zaia che i Consiglieri ci sono e richiedono a gran voce chiarezza e collaborazione: siamo disposti a contribuire in modo propositivo alle valutazioni e alla definizione dei progetti futuri, ma la Giunta deve darci l’opportunità di un confronto e di avere informazioni più dettagliate e la possibilità di proporre soluzioni condivise”.

 

Cristina Guarda ritiene che il Consiglio Straordinario possa anche fare chiarezza sulle spesso incontrollate notizie di stampa: “Stanno circolando moltissime informazioni, a volte inverosimili, a volte sconnesse e altre volte frammentate, che creano solo un clima di confusione. Molti politici fanno a gara a chi fa la dichiarazione più eclatante e allarmistica, senza pensare che forse, facendo squadra, potremmo trovare una soluzione in tempi brevi e nel luogo a ciò deputato, ossia il Consiglio regionale. A causa di questo clima di confusione, gli agricoltori e le associazioni agricole sono spaventati perché temono pesanti contraccolpi economici al settore e sono naturalmente preoccupati anche i circa 350 mila cittadini che risiedono nei territori interessati dal problema. Con il Consiglio Straordinario desidero quindi dare l’opportunità alla Giunta di chiarire la sua posizione, riparando al vuoto informativo creatosi fra Istituzione Regionale, Amministrazioni Locali e cittadini”.

 

Nelle scorse settimane proprio in merito a questa mancata informazione Cristina Guarda ha depositato un’interrogazione e non solo: “Visto che c’erano problemi a trovare i volontari per i prelievi del sangue dell’ultima campagna di analisi – spiega la consigliera -ho contattato miei concittadini rientranti nei parametri dell’indagine e li ho personalmente invitati a sottoporsi volontariamente all’indagine. Io stessa l’11 febbraio mi sono sottoposta al prelievo e, come tutti gli altri, sto attendendo i risultati”.

 

Conclude Guarda: “Ora i tempi sono maturi per una discussione trasparente, visto che il problema della presenza di sostanze perfluoroalchiliche nelle acque venete non può essere ridotto ad un semplice problema di monitoraggio. La questione è molto più complicata perché riguarda molteplici settori e temi della vita dei cittadini: salute, ambiente, agricoltura e, quindi, lavoro. Dunque non c’è più tempo da perdere! Il Consiglio regionale e la Giunta si confrontino nelle sedi appropriate, con spirito propositivo e non propagandistico”.