“L’Europa sarà all’altezza”. Così il premier Mario Draghi, intervistato dal Tg1 sulla crisi in Afghanistan. “Ne abbiamo parlato con la Cancelliera Merkel. Abbiamo soprattutto parlato delle operazioni di evacuazione dell’aeroporto di Kabul ma abbiamo iniziato a tratteggiare quelle che saranno le linee fondamentali della cooperazione a livello europeo. Siamo tutti consapevoli che la cooperazione è assolutamente necessaria per affrontare due obiettivi: l’accoglienza e la sicurezza. L’accoglienza nei confronti di tutti coloro che ci hanno aiutato in Afghanistan in questi anni e delle loro famiglie. Ma anche l’accoglienza di tutti coloro che si sono esposti in questi anni per la difesa delle libertà fondamentali, dei diritti civili, dei diritti delle donne. Questo è un piano complesso, richiede una cooperazione stretta fra tutti i Paesi ma soprattutto, tra quelli europei. Il secondo aspetto – prosegue il presidente del Consiglio – riguarda la sicurezza, dovremo prevenire infiltrazioni terroristiche“.
Il primo volo con 85 persone, tra ex collaboratori afghani e loro familiari, è già partito da Kabul e atterrerà oggi a Fiumicino. Un tema che potrebbe dividere la politica italiana, come fanno capire le parole del leader della Lega Matteo Salvini, che prima dell’intervento di Draghi aveva avvertito: “L’Italia non può accogliere decine di migliaia di profughi” e la posizione dei sindaci, che invece si sono detti pronti all’accoglienza.
L’OMAGGIO AI 54 SOLDATI MORTI IN AFGHANISTAN
Draghi ha anche voluto ricordare e omaggiare i 54 italiani morti nel Paese che oggi è tornato in mano ai talebani. “Voglio rivolgere un messaggio di affetto sincero alle famiglie dei 54 caduti, l’Italia ha perso 54 soldati nel corso di questi 20 anni e ha registrato circa 700 feriti. Alle loro famiglie voglio dire che il loro sacrificio non è stato vano, hanno difeso i valori per cui erano stati inviati, le libertà fondamentali e i diritti delle donne, hanno fatto operazioni per prevenire il terrorismo, hanno fatto del bene. Per me e per tutti gli italiani, e lo dico alle loro famiglie: sono eroi“.
“PROSEGUE L’OPERA DI RIMPATRIO”
Nonostante le rassicurazioni dei talebani, i Paesi occidentali proseguono con l’evacuazione del personale diplomatico. Il premier italiano spiega: “L’opera di rimpatrio dei diplomatici, dei militari, dei collaboratori afghani continua. La gran parte della rappresentanza diplomatica è arrivata a Roma il 16 agosto. Sul campo ci sono ancora delle squadre militari e dei diplomatici che dovranno aiutare l’evacuazione di altri nostri concittadini che sono lì – prosegue Draghi – e dei collaboratori afghani e delle loro famiglie quando le condizioni lo permetteranno. Voglio ringraziare tutte queste persone per il loro coraggio e la dedizione con cui svolgono il loro compito”.
“G20 SEDE NATURALE PER DIFENDERE I DIRITTI”
“Il futuro per l’Italia è fatto di difesa dei diritti fondamentali, di difesa dei diritti delle donne, di protezione di tutti coloro che si sono esposti in questi anni nella difesa di questi diritti in Afghanistan. Questo deve essere perseguito in tutti i contesti possibili”, sottolinea il premier. “Certamente in questa grande opera di collaborazione mondiale entreranno Stati come la Cina, la Russia, l’Arabia Saudita, la Turchia. E tutti questi Stati sono membri del G20. Quindi il G20 offre naturalmente una sede dove poter avviare questa opera di collaborazione”. E sulle polemiche che negli Stati Uniti hanno travolto il presidente Biden, Draghi ricorda: “La prima cosa che bisogna fare è riflettere sull’esperienza avvenuta. Ricordiamoci che la guerra in Afghanistan è la prima risposta degli Stati Uniti all’attentato alle Torri gemelle. Quindi il bilancio che noi traiamo non è un bilancio solo sulla guerra in Afghanistan, è di questi ultimi 20 anni e del ruolo che l’Occidente ha avuto in tutto il mondo arabo. Ma forse ancora più importante che guardare al passato e discutere di bilanci è tracciare il futuro”.
VIA AL PONTE AEREO, GUERINI: “MASSIMO IMPEGNO PER EVACUARE CHI HA COLLABORATO”
“L’impegno è massimo da parte della Difesa per evacuare chi ha collaborato con l’Italia”. Queste le dichiarazioni del ministro della Difesa Lorenzo Guerini sul trasporto umanitario in corso dall’Afghanistan per portare in Italia gli ex collaboratori afghani e loro familiari. Il primo volo con 85 persone, tra ex collaboratori afghani e loro familiari, atterrerà nella giornata di oggi presso l’aeroporto di Fiumicino. Il personale a bordo è stato imbarcato all’aeroporto di Kabul su un C130J dell’Aeronautica Militare che era decollato dal Kuwait. Dopo uno scalo tecnico, l’aeroplano giungerà di nuovo in Kuwait, dove i passeggeri saranno trasferiti sul KC 767 per essere trasportati in Italia.
Nella giornata di oggi altri due C130J decolleranno dal Kuwait per imbarcare circa altre 150 persone a Kabul, che saranno trasportate in Italia con un KC767. “Il nostro impegno è lavorare col massimo sforzo per completare il piano di evacuazione dei collaboratori afghani, degli attivisti e di chi è esposto al pericolo”, ha dichiarato il ministro. La Difesa ha messo in campo per l’operazione Aquila Omnia, pianificata e diretta dal COVI Comando Operativo di Vertice Interforze, comandato dal Generale Luciano Portolano, 7 aerei, 3 KC767 che si alternano tra l’area di operazione e l’Italia e 4 C130J, questi ultimi dislocati in Kuwait, da cui parte il ponte aereo per Kabul.