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“Adesso servono ragione e coesione”

“Viviamo giorni difficili. Ancora si registrano contagi, ricoveri e purtroppo morti, tante morti, soprattutto delle persone più fragili, come quelle dei nostri anziani che usciti dalla guerra e dalla miseria nera di sono sacrificati per offrire alle generazione successive libertà, salute, istruzione, lavoro e democrazia.

E dopo un mese e mezzo di “io resto a casa”, che ha significato isolamento, sacrifici, privazioni e per tanti mancanza di reddito, proprio quando quegli “angeli” degli ospedali pubblici che abbiamo applaudito assieme e tutte quelle lavoratrici e lavoratori dei settori essenziali che hanno continuato a lavorare per noi, cominciano a respirare, una irrefrenabile ed irragionevole “fretta di riaprire” rischia di vanificare gli sforzi fino ad ora fatti.

Come spiegare in altro modo le circa 7.000 comunicazioni pervenute al Prefetto prima ed alla Camera Commercio adesso, inviate da imprese vicentine che vogliono lavorare in deroga, cioè anche se non rientrano nei settori essenziali? Come non capire che questa fretta rischia di rinfocolare i contagi e quindi di farci ritornare alle misure di distanziamento sociale? Siamo seri, come essere tranquilli rispetto alla ripresa del lavoro in queste aziende non essenziali quando ancora non abbiamo disponibilità sufficiente di mascherine adeguate, non quelle propagandate da Zaia che non servono a nulla, di guanti o di detergenti appropriati, e soprattutto di tamponi o almeno di test sierologici?

Guai a noi mollare adesso, guai a noi lasciarci travolgere adesso da questa smania che origina sicuramente dall’angoscia di non riuscire a ripartire, perché adesso viviamo un momento decisivo. Ci troviamo in vista del traguardo, lo dico con una metafora ciclistica, e quindi adesso bisogna stringere i denti e ri-aggregare e ri-organizzare la squadra. Ognuno deve andare e stare al suo posto, non dobbiamo permettere a nessuno di rompere le fila e soprattutto occorre tirare fuori intelligenza e cuore per portare i velocisti al traguardo, e con loro tutta la squadra.

Cosa significa oggi, in concreto ri-aggregare e ri-organizzare la squadra?

Significa:

– mettere in sicurezza gli ospedali pubblici, proteggendo chi vi lavora e dotandoli di personale e strutture adeguate, per oggi e per il futuro;

– intervenire subito con misure straordinarie nelle case di riposo, dove i contagi si sono estesi e dove è in corso una vera “strage”;

– non permettere fughe in avanti delle singole regioni, ma riconoscere al governo la titolarità di decidere le date della riapertura delle diverse attività, stabilite in base alle indicazioni della comunità scientifica ed in base alla sostenibilità sociale del paese reale;

– sostenere le persone e le famiglie che non hanno i mezzi per cavarsela da soli, perché occorre che il paese intero superi questa emergenza;

– proteggere l’occupazione impedendo i licenziamenti e sostenendo i lavoratori lasciati a casa attraverso gli ammortizzatori sociali, e sostenendo la liquidità delle imprese;

– dare subito questi soldi, perché dopo potrebbe essere troppo tardi;

– definire adesso, attraverso accordi sindacali e norme di legge, le misure necessarie di prevenzione dei contagi da adottare nelle imprese, sia quelle dov’è il lavoro non si è mai interrotto sia quelle dove si riprenderà quando lo stabilirà il decisore pubblico;

– cominciare adesso a mettere le basi per investimenti pubblici sulla sanità pubblica, per il rilancio del turismo e soprattutto per il sostegno ed il rilancio del nostro manifatturiero, spingendo sulla qualità, sulle nuove tecnologie e sulla sostenibilità, secondo un nuovo modello di economia circolare;

– avviare una riflessione critica sul modello di sviluppo economico che ha prodotto la grande crisi del 2008, il depauperamento delle risorse naturali, una iniqua distribuzione delle ricchezze a livello globale ed all’interno delle diverse società, la liquefazione dei sistemi di welfare pubblici, l’inquinamento diffuso del pianeta ed il dramma dei cambiamenti climatici, fattori che sicuramente hanno contribuito al dilagare di questa pandemia.

La Cgil, sindacato confederale che per sua storia rappresenta e tutela lavoratori e pensionati in un’ottica di difesa dei diritti e della dignità di tutte le persone, è sicuramente interessata e disponibile a lavorare e dare il suo contributo ad una ripartenza del nostro amato paese, ma sia chiaro altrettanto che questa deve essere la prospettiva, e non un “rompete le righe” ed un “liberi tutti”, che rischiano di produrre ulteriori problemi e sofferenze, in particolare per le persone più fragili”.

Il segretario generale Cgil Vicenza

Giampaolo Zanni